L'era Vignali non ha lasciato solo debiti e corruzione: "Ci sono fratture interne da risanare, un clima teso, le regole più elementari da ristabilire. I consiglieri neanche riuscivano ad accedere agi atti"
Lo hanno soprannominato “ciclone-Ciclosi”, lui però si ritrae e dice che no, a Parma “non c’è bisogno di alcuna Rivoluzione francese ma soltanto di una razionalizzazione”. Sorride con forza calma il commissario straordinario, seduto nello studio che fu del “bel ragass” Pietro Vignali. “Non ho toccato nulla – confida guardandosi attorno – ho solo aggiunto la foto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, prima non c’era”.
Sembra un dettaglio, però forse non lo è. Di certo non è un dettaglio ciò che Mario Ciclosi si appresta ad affermare, a meno di un mese dal suo insediamento alla guida di questo Comune ridotto sul lastrico dall’ex Giunta di centrodestra. “Direi che Parma è un caso unico – ammette – un unicum nella mia carriera, eppure ho un curriculum abbastanza lungo”. Il riferimento è ai 600 milioni di debiti accumulati dalle società partecipate, ai casi di corruzione additati dalla Procura, all’urgenza della città di tornare alla normalità. E a proposito: “Chiedo anche alla stampa di collaborare – invita – il clima è pesante, non occorre anticipare la campagna elettorale ma ristabilire condizioni di serenità”. Non è andata giù al commissario la fuga di notizie su presunti licenziamenti di dipendenti comunali, addirittura di 300 esuberi in vista: “E’ falso, il risanamento dei conti pubblici non partirà certo dal taglio del personale pubblico, fossi matto” dice con quel fortissimo accento marchigiano che gli viene quando parla a braccio. Nelle prossime ore, comunque, Ciclosi riceverà i sindacati confederali del pubblico impiego e la Rsu del Comune, che chiederanno “risposte certe – come si legge in una nota – sul piano occupazionale, il confronto sulla macrostruttura e le microstrutture, i fondi contrattuali”.
Confermata invece la notizia del “siluramento” del segretario generale Michele Pinzuti, anche se i toni non sono piaciuti a Ciclosi: “Non ho apprezzato il modo polemico in cui sono stati riportati i fatti – si rammarica – ho semplicemente avviato secondo la legge la procedura di nomina del nuovo segretario. Devo riformare la macchina municipale e, dunque, devo partire dalla testa”. Tutto qua? No, non è tutto qua. Alcune altre considerazioni Ciclosi accetta di farle. Per esempio: “Ma sapete quanti cittadini mi scrivono? Ogni giorno ricevo segnalazioni, richieste di aiuto, sfoghi. In generale ho riscontrato un bisogno fortissimo tra i parmigiani di essere ascoltati, tanto che mi chiedo: ma chi c’era prima di me cosa faceva?”.
Ecco, appunto. Innanzitutto pare assodato che chi c’era prima abbia accumulato un sacco di debiti, nonostante l’ex assessore al Bilancio Gianluca Broglia insista nel dire che i conti del Comune sono a posto: “Ah certo – argomenta Ciclosi – quelli del Comune sì, il problema è che tutto ciò che non andava veniva trasferito altrove, nelle società partecipate. Dunque ora si tratta di far rientrare il debito senza creare dissesti nelle casse del Municipio”. Mica facile, ci sono anche le aziende e i fornitori comunali che aspettano d’essere pagati: “E’ una delle priorità assolute per l’economia locale, garantisco che già entro la fine del mese – promette il commissario – ci saranno alcune corresponsioni. Sempre entro la fine dell’anno approveremo il bilancio preventivo 2012. Quanto alle società partecipate ho bloccato tutti i cda per alcuni giorni, prima i consigli d’amministrazione dovranno recepire le direttive che ho inviato. Inoltre abbiamo intrapreso un’operazione di penetrazione nei contenuti economici per capire quali società possono davvero restare in piedi”. Un’idea se la sarà fatta, no? “Sì, ma non gliela dico”. Risata sottile.
Il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, ora candidato alle primarie del centrosinistra, a proposito dei conti del Comune parla di 55 milioni di debiti scaduti e di 25 milioni di ingiunzioni di pagamento: “Beato lui che conosce già i numeri” ribatte ironico Ciclosi. Ma cosa dicono le direttive che ha inviato, commissario? “Finora – spiega – ho compiuto quattro atti ufficiali che ritengo molto importanti. Il primo è la costituzione di parte civile del Comune nei processi per reati contro la Pubblica amministrazione, il secondo è la creazione di un’anagrafe degli amministratori all’insegna della trasparenza. Quindi ho emesso due direttive sul rispetto del bilancio: una relativa alla gestione delle società partecipate, appunto, e una sugli atti comunali”.
Poi Ciclosi regala alcuni dettagli, due retroscena che fanno luce sulle condizioni in cui versava la macchina municipale: “Ho parlato con molti ex consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione – rivela – e tutti indistintamente mi hanno rappresentato la difficoltà nel relazionarsi con l’amministrazione durante il passato governo, sostenendo ad esempio che non riuscivano ad accedere agli atti del Comune”. Eppure l’accesso agli atti è una prerogativa fondamentale per i membri del Consiglio, una funzione elementare alla base della vita democratica di una istituzione.
“Una delle priorità da questo punto di vista – aggiunge il commissario – sarà quella di ripristinare uno spirito di fiducia oltre che di razionalizzare gli apparati: ho trovato ambiti della pubblica amministrazione in cui diversi funzionari facevano contemporaneamente la stessa cosa, gente che neppure si parlava, figure di cui non capisce la funzione. Inoltre – prosegue “ciclone-Ciclosi” con quella sua calma ammirevole – ho notato una netta frattura fra l’apparato tecnico-amministrativo e la componente politica, con il primo che ormai era andato completamente per conto suo. Benché la legge stabilisca una separazione dei ruoli è evidente che il compito della politica sia quello di controllare l’operato dei funzionari, altrimenti si creano quei varchi in cui poi facilmente si infila il vecchio vizio italiano che è la corruzione”. Forse no, non è un dettaglio il ritorno della foto di Napolitano nell’ufficio del sindaco.