Silvio addio. Dopo Letizia Moratti, che a novembre non ha rinnovato l’iscrizione al Pdl dopo appena due anni, anche Stefania Craxi lascia il partito. E se l’ex sindaco di Milano sta da tempo dialogando con i vertici del Terzo polo (mercoledì ha incontrato il presidente della Camera) la primogenita di Bettino Craxi nega di guardare al partito di Gianfranco Fini (“non è un riformista”) e si iscrive al gruppo Misto, nel giorno della fiducia al governo di Mario Monti.
“Lascio il Pdl. Un ciclo è finito, l’alleanza di centrodestra non esiste più e Berlusconi purtroppo non se ne è accorto”. Il suo addio segna la fine di un rapporto familiare oltre che politico. Ma la primogenita di Bettino Craxi è critica da mesi con il Cavaliere. “Berlusconi è al tramonto, esca di scena”, disse lo scorso aprile. “Deve smetterla di raccontare barzellette oscene”. Nelle ultime settimane ha bocciato la riorganizzazione interna del partito, a suo avviso inutile perché Berlusconi conserva “poteri straordinari, diventa Lord protettore del partito”. Dunque l’addio. “Ho aspettato venti giorni che qualche dirigente ponesse un interrogativo su questa decisione”. Ed ha atteso anche un incontro con l’ex premier: “Ho chiesto più volte un appuntamento, senza mai ottenerlo”. Eppure oggi Berlusconi si è detto “amareggiato” dalla decisione di Stefania Craxi. “Conosco la storia di Stefania e conoscevo bene suo padre”, ha confidato ad alcuni deputati in aula.
Il legame tra le due famiglie, di fatti, parte da lontano. Bettino Craxi e la moglie Anna furono i testimoni di nozze di Berlusconi e Veronica Lario. Dai banchi del governo, il leader del Psi, salvò per decreto le tv del Cavaliere che poi lo difese ai tempi di Tangentopoli. Poi i figli. Stefania è eletta alla Camera nel 2006 con Forza Italia, nominata sottosegretario agli Esteri nel governo del 2008, si schiera al fianco di Berlusconi contro gli “attacchi da parte della magistratura” ma assumendo spesso posizioni critiche. Il passaggio di mano della guida del partito ad Angelino Alfano aveva lasciato sperare, spiega oggi Stefania Craxi, un cambiamento di rotta. Mai realmente avvenuto. “Il Pdl non ha una linea politica, finché Berlusconi ne sarà proprietario Casini non scenderà a patti”, afferma oggi. “Con una atto di generosità – prosegue l’ex sottosegretaria – Berlusconi avrebbe dovuto permettere al Pdl di diventare un vero partito politico, ma questo non è avvenuto”. Secondo Craxi “il 14 dicembre di un anno fa Berlusconi avrebbe dovuto mediare con Fini, compattare la maggioranza e procedere con il programma di riforma e non rimanere arenati per un anno su scandali e questioni giudiziarie. Berlusconi dovrebbe andarsene ora dal partito”. Ma, garantisce Craxi, nessuna apertura al leader di Futuro e Libertà. L’intenzione è quella di creare una vasta area di riformisti” e “Fini non sarà compreso nei riformisti”.
Chi invece guarda con interesse a Futuro e Libertà è l’ex sindaco di Milano. Ieri Letizia Moratti ha incontrato Fini a Roma come preludio a una collaborazione con la forza centrista. Il faccia a faccia nella Capitale ha scatenato in Consiglio comunale una ridda di voci e recriminazioni da parte degli ex alleati verso la candidata del centrodestra alle ultime elezioni amministrative. L’accusa è di tradimento.
Nel pomeriggio la Moratti ha infatti avuto una serie di incontri a Roma con i vertici di Fli e un doppio faccia a faccia con Fini, prima alla Camera e poi a pranzo nell’appartamento della terza carica dello Stato. Tutto sembra confermare il definitivo addio al Pdl. Un amore, quello per il partito del Cavaliere, che non è mai scoppiato o che comunque è andato in pezzi in tempi record. Sono infatti passati due anni e due giorni dalla consegna, dalle mani dell’allora premier Silvio Berlusconi, della tessera del Popolo della Libertà, tessera che poi non era stata rinnovata. Era il 13 dicembre 2009 (il giorno dell’aggressione a Berlusconi) e la Moratti, allora sindaco di Milano da tre anni, saliva sul palco allestito in piazza Duomo per entrare ufficialmente nel partito. Da allora le incomprensioni furono continue ed esplosero dopo la sconfitta alle elezioni per la riconferma a Palazzo Marino.
Recriminazioni che sono tornate a galla ieri, tra gli scranni del Pdl in Consiglio comunale, dopo la notizia dell’incontro con Fini. L’ex sindaco non è stata infatti solo accusata di tradimento, ma di aver causato la sconfitta del centrodestra nella città simbolo del berlusconismo. “Ci spiace che la Moratti non abbia preso questa decisione prima della campagna elettorale. Avremmo scelto – attacca il vice-coordinatore cittadino Marco Osnato – una persona più rappresentativa del nostro elettorato”. Anche Riccardo De Corato, suo vice per cinque anni, si dice dispiaciuto, ma poi ribatte: “Sarebbe bastato che avesse avuto le idee più chiare prima, così ci saremmo salvati anche noi”.
Moratti “dovrebbe chiarire la sua scelta con quel 42% dei milanesi che l’hanno votata come candidata di una coalizione – prosegue l’ex vicesindaco – che ora abbandona e tradisce”. Il capogruppo Pdl Carlo Masseroli ironizza invece sulla sua presenza in aula (14 sedute su 38, ovvero il 37%) come capogruppo e unica eletta della sua lista civica. “Non sentiremo la sua mancanza in aula – afferma ironico – dove non si è rimboccata le maniche nelle battaglie dell’opposizione”. Più caustici invece il leghista Matteo Salvini e il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo (Fds). Il primo giudica il possibile passaggio dell’ex sindaco al Terzo Polo come “una fine veramente misera” da “gente con lo stomaco felpato” che “non fa di certo palpitare il cuore dei milanesi, nè tantomeno quello della Lega”. Il secondo invece scherza parodiando uno spot di successo: “Vedere Letizia Moratti consigliere del gruppo Manfredi Palmeri (ex Pdl poi passato nel Terzo Polo e suo avversario alle scorse comunali, ndr) non ha prezzo”.
Politica
Pdl, Stefania Craxi passa al gruppo Misto
“E’ finito e Berlusconi non se n’è accorto”
Il Cavaliere si è detto amareggiato dalla decisione dell'ex sottosegretario agli esteri. Ad abbandonare definitivamente il partito anche Letizia Moratti, dopo appena due anni di iscrizione. L'ex sindaco di Milano sta dialogando con il Terzo Polo: ieri due incontri a Roma con Gianfranco Fini
“Lascio il Pdl. Un ciclo è finito, l’alleanza di centrodestra non esiste più e Berlusconi purtroppo non se ne è accorto”. Il suo addio segna la fine di un rapporto familiare oltre che politico. Ma la primogenita di Bettino Craxi è critica da mesi con il Cavaliere. “Berlusconi è al tramonto, esca di scena”, disse lo scorso aprile. “Deve smetterla di raccontare barzellette oscene”. Nelle ultime settimane ha bocciato la riorganizzazione interna del partito, a suo avviso inutile perché Berlusconi conserva “poteri straordinari, diventa Lord protettore del partito”. Dunque l’addio. “Ho aspettato venti giorni che qualche dirigente ponesse un interrogativo su questa decisione”. Ed ha atteso anche un incontro con l’ex premier: “Ho chiesto più volte un appuntamento, senza mai ottenerlo”. Eppure oggi Berlusconi si è detto “amareggiato” dalla decisione di Stefania Craxi. “Conosco la storia di Stefania e conoscevo bene suo padre”, ha confidato ad alcuni deputati in aula.
Il legame tra le due famiglie, di fatti, parte da lontano. Bettino Craxi e la moglie Anna furono i testimoni di nozze di Berlusconi e Veronica Lario. Dai banchi del governo, il leader del Psi, salvò per decreto le tv del Cavaliere che poi lo difese ai tempi di Tangentopoli. Poi i figli. Stefania è eletta alla Camera nel 2006 con Forza Italia, nominata sottosegretario agli Esteri nel governo del 2008, si schiera al fianco di Berlusconi contro gli “attacchi da parte della magistratura” ma assumendo spesso posizioni critiche. Il passaggio di mano della guida del partito ad Angelino Alfano aveva lasciato sperare, spiega oggi Stefania Craxi, un cambiamento di rotta. Mai realmente avvenuto. “Il Pdl non ha una linea politica, finché Berlusconi ne sarà proprietario Casini non scenderà a patti”, afferma oggi. “Con una atto di generosità – prosegue l’ex sottosegretaria – Berlusconi avrebbe dovuto permettere al Pdl di diventare un vero partito politico, ma questo non è avvenuto”. Secondo Craxi “il 14 dicembre di un anno fa Berlusconi avrebbe dovuto mediare con Fini, compattare la maggioranza e procedere con il programma di riforma e non rimanere arenati per un anno su scandali e questioni giudiziarie. Berlusconi dovrebbe andarsene ora dal partito”. Ma, garantisce Craxi, nessuna apertura al leader di Futuro e Libertà. L’intenzione è quella di creare una vasta area di riformisti” e “Fini non sarà compreso nei riformisti”.
Chi invece guarda con interesse a Futuro e Libertà è l’ex sindaco di Milano. Ieri Letizia Moratti ha incontrato Fini a Roma come preludio a una collaborazione con la forza centrista. Il faccia a faccia nella Capitale ha scatenato in Consiglio comunale una ridda di voci e recriminazioni da parte degli ex alleati verso la candidata del centrodestra alle ultime elezioni amministrative. L’accusa è di tradimento.
Nel pomeriggio la Moratti ha infatti avuto una serie di incontri a Roma con i vertici di Fli e un doppio faccia a faccia con Fini, prima alla Camera e poi a pranzo nell’appartamento della terza carica dello Stato. Tutto sembra confermare il definitivo addio al Pdl. Un amore, quello per il partito del Cavaliere, che non è mai scoppiato o che comunque è andato in pezzi in tempi record. Sono infatti passati due anni e due giorni dalla consegna, dalle mani dell’allora premier Silvio Berlusconi, della tessera del Popolo della Libertà, tessera che poi non era stata rinnovata. Era il 13 dicembre 2009 (il giorno dell’aggressione a Berlusconi) e la Moratti, allora sindaco di Milano da tre anni, saliva sul palco allestito in piazza Duomo per entrare ufficialmente nel partito. Da allora le incomprensioni furono continue ed esplosero dopo la sconfitta alle elezioni per la riconferma a Palazzo Marino.
Recriminazioni che sono tornate a galla ieri, tra gli scranni del Pdl in Consiglio comunale, dopo la notizia dell’incontro con Fini. L’ex sindaco non è stata infatti solo accusata di tradimento, ma di aver causato la sconfitta del centrodestra nella città simbolo del berlusconismo. “Ci spiace che la Moratti non abbia preso questa decisione prima della campagna elettorale. Avremmo scelto – attacca il vice-coordinatore cittadino Marco Osnato – una persona più rappresentativa del nostro elettorato”. Anche Riccardo De Corato, suo vice per cinque anni, si dice dispiaciuto, ma poi ribatte: “Sarebbe bastato che avesse avuto le idee più chiare prima, così ci saremmo salvati anche noi”.
Moratti “dovrebbe chiarire la sua scelta con quel 42% dei milanesi che l’hanno votata come candidata di una coalizione – prosegue l’ex vicesindaco – che ora abbandona e tradisce”. Il capogruppo Pdl Carlo Masseroli ironizza invece sulla sua presenza in aula (14 sedute su 38, ovvero il 37%) come capogruppo e unica eletta della sua lista civica. “Non sentiremo la sua mancanza in aula – afferma ironico – dove non si è rimboccata le maniche nelle battaglie dell’opposizione”. Più caustici invece il leghista Matteo Salvini e il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo (Fds). Il primo giudica il possibile passaggio dell’ex sindaco al Terzo Polo come “una fine veramente misera” da “gente con lo stomaco felpato” che “non fa di certo palpitare il cuore dei milanesi, nè tantomeno quello della Lega”. Il secondo invece scherza parodiando uno spot di successo: “Vedere Letizia Moratti consigliere del gruppo Manfredi Palmeri (ex Pdl poi passato nel Terzo Polo e suo avversario alle scorse comunali, ndr) non ha prezzo”.
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Roma, 11 mar. (Adnkronos Salute) - "Negli ultimi anni il trattamento" della rinosinusite cronica con poliposi nasale "è cambiato significativamente grazie alla ricerca che ha portato alla commercializzazione dei nuovi farmaci biologici che hanno la capacità di spegnere completamente l'infiammazione cronica associata alla malattia, portando a remissione una percentuale molto alta di pazienti che prima non riuscivamo a controllare adeguatamente. Sono farmaci che rappresentano una speranza per i pazienti perché possono portare a una normalizzazione della loro vita, nella malattia, nella maggior parte dei casi. Tezepelumab si aggiunge ai farmaci biologici già disponibili e, come evidenzia lo studio, si è dimostrato efficace nel ridurre la dimensione dei polipi, nel migliorare la sensibilità olfattiva in modo significativo e nel ridurre gli altri sintomi associati alla malattia". Così, all’Adnkronos Salute, Eugenio De Corso, membro della commissione Euforea per il trattamento della rinosinusite cronica con poliposi nasale, commenta i risultati dello studio Waypoint, presentati a San Diego in occasione del congresso American Academy of Allergy Asthma & Immunology (Aaaai).
"La rinosinusite cronica con poliposi nasale è una malattia cronica dovuta ad un'infiammazione persistente nella mucosa naso-sinusale che ne determina un remodelling con la caratteristica formazione dei polipi - spiega De Corso - Questa situazione porta il paziente a dei sintomi che sono molto invalidanti, quali l'ostruzione nasale, la perdita dell'olfatto, l'eccessiva produzione di muco e un senso di pesantezza. Tutto ciò porta a un impatto molto negativo sulla qualità della vita dei pazienti. Lo studio Waypoint dimostra la sicurezza e l'efficacia del tezepelumab nel trattamento dei pazienti affetti da poliposi naso-sinusale severa non controllata". Si tratta di "una molecola in grado di legare il Tslp, che è una citochina prodotta dall'epitelio naso-sinusale in grado di iniziare il processo infiammatorio cronico della mucosa e di renderlo cronico".
Inoltre il farmaco, "in questa particolare categoria di pazienti", specie in quelli "con forma severa - chiarisce l’esperto - si è dimostrato efficace nel ridurre per il 98% di loro la necessità di un nuovo intervento chirurgico e per l'88% di corticosteroidi sistemici. Infatti, i pazienti affetti da forme severe purtroppo, in passato, necessitavano di più interventi chirurgici e di più cicli di corticosteroidi sistemici. Invece, in questo studio, tezepelumab si è dimostrato efficace nel ridurre nella maggior parte dei pazienti la necessità di nuovi interventi e di nuovi cicli di corticosteroidi sistemici. Questi risultati sono molto importanti, soprattutto alla luce del il fatto che ripetuti cicli di corticosteroidi sistemici - conclude - si associano ad effetti collaterali a breve e a lungo termine”.
Roma, 11 mar. (Adnkronos Salute) - "L’anticorpo monoclonale tezepelumab" è un "anti-Tslp che blocca le allarmine", citochine epiteliali. "Attualmente è disponibile per l’asma bronchiale, ma i recenti dati dello studio di fase 3 Waypoint mostrano l’efficacia del farmaco anche nella rinosinusite cronica con poliposi nasale". Sono "dati estremamente interessanti perché l’efficacia di tezepelumab è stata dimostrata su tutti i parametri studiati". Lo ha detto Giorgio Walter Canonica, professore e senior consultant Centro di medicina personalizzata Asma e allergie Humanitas university & Irccs Humanitas di Rozzano (Mi), in occasione dell’incontro con la stampa organizzato oggi a Milano da AstraZeneca, commentando i risultati dello studio Waypoint, presentati per la prima volta al Congresso Aaaai, American Academy of Allergy, Asthma and Immunology e pubblicati sul New England Journal of Medicine.
I dati dimostrano che tezepelumab, unico farmaco biologico anti-Tslp approvato in grado di agire a livello della barriera epiteliale, è in grado di ridurre in maniera significativa la severità dei polipi nasali, il bisogno di ricorrere a un intervento chirurgico e di assumere corticosteroidi sistemici per la poliposi nasale, rispetto al placebo. "Recentemente - chiarisce il professore - si è studiato che quando la barriera epiteliale, la parte più esterna della mucosa respiratoria, subisce un danno - provocato da un allergene, da un inquinante o da un virus - si innesca un meccanismo mediato da citochine, che prendono il nome di allarmine. Tra queste, il Tslp gioca un ruolo" nella "cascata della risposta immunologica di tipo infiammatorio che, nei pazienti con asma", per esempio, "può portare anche al rimodellamento delle vie aeree".
Un dato clinico importante, sul quale Canonica pone l’accento, riguarda la compresenza di poliposi nasale nel 42% dei soggetti con asma grave, come testimoniato dal registro italiano dell’asma grave. "Questo fa capire che il paziente va studiato bene e il consulto multidisciplinare - conclude - è la modalità corretta per trattare nel modo migliore i nostri pazienti: non si può ignorare la comorbidità".
Milano, 11 mar. (Adnkronos) - Stefania Nobile (figlia di Wanna Marchi), l’ex compagno e imprenditore milanese Davide Lacerenza e un collaboratore Davide Ariganello, arrestati lo scorso 4 marzo per i reati di autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e detenzione e spaccio di sostanze si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti alla giudice per l’indagine preliminare Alessandra Di Fazio.
L’accusa è che l’imprenditore, gestore della Gintoneria e del privée La Malmaison, con il concorso della ex compagna e del collaboratore, oltre alla somministrazione di alimenti e bevande di pregio, "offrisse alla propria clientela droga e la possibilità - a dire degli inquirenti - di usufruire di prestazioni sessuali rese da escort, acquisendo da tali attività profitti illeciti, riciclati nel locale" di via Napo Torriani a Milano. Le indagini, coordinate dalla procura di Milano, sono partite dall’approfondimento di segnalazioni per operazioni sospette per l’approfondimento di ipotesi di riciclaggio.
Verona, 11 mar. - (Adnkronos) - “Il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, in questi anni ha fatto bene e ha fatto crescere il polo fieristico. Da parte nostra, anche se come Regione abbiamo solo il 5% delle quote della Fiera, lo sosteniamo e siamo per una sua riconferma alla presidenza”.
Lo ha detto oggi il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, partecipando all’inaugurazione della quarta edizione di Letexpo (Logistics Eco Transport Trade Show) alla Fiera di Verona.
“Non solo sarò presente all’inaugurazione di Vinitaly ma anche al congresso della Lega a Firenze che raggiungerò già nel tardo pomeriggio”, lo ha confermato oggi il presidente della Regione Veneto. Il congresso federale della Lega è in programma il 5 e 6 aprile alla Fortezza da Basso a Firenze e ieri il segretario regionale veneto della Lega-Liga Veneta Alberto Stefani, che è anche vicesegretario federale di Salvini, ha presentato per il Veneto una mozione intitolata ‘Futuro è identità’ che è il primo documento ufficiale del prossimo congresso.
Milano, 11 mar. (Adnkronos) - "Io e mio marito abbiamo saputo la notizia oggi guardando il Tg1. Non abbiamo e non vogliamo dire niente". Così Rita Preda, insieme al marito Giuseppe, commentano le novità a 18 anni dal delitto della figlia Chiara, uccisa a Garlasco, per cui è stato condannato in via definitiva l'allora fidanzato Alberto Stasi. Oggi l'attenzione della Procura di Pavia torna a concentrarsi su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, nuovamente indagato dopo l'archiviazione decisa otto anni fa.
Roma, 11 mar. (Adnkronos) - "A nome del gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera esprimo solidarietà a Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, per le ignobili e vergognose offese che le sono state rivolte da Soloviev. Insulti gratuiti e intrisi di propaganda ideologica, diffusi attraverso la tv di Stato, che condanniamo fermamente”. Così Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
Roma, 11 mar. (Adnkronos) - Fratelli d'Italia resta stabile rispetto all'ultima rilevazione dello scorso 25 febbraio e si attesta al 30,5%, seguito dal Pd al 23 %, che cala dello 0,5%. È quanto emerge dall'ultimo sondaggio dell'Istituto Noto sondaggi per 'Porta a Porta' sulle intenzioni di voto degli italiani. Il Movimento 5 Stelle, invece, perde l'1% e va all'11,5%. Forza Italia all'8,5% guadagna mezzo punto (+0,5%) come la Lega che va al 9% (+0,5%).
Alleanza Verdi e Sinistra sale al 6 (+0,5%), come Azione al 3% (+0,5%). Italia viva resta al 2,5% mentre Più Europa al 2% guadagna lo 0,5%. Stabili Noi moderati al 2%.
In generale il centrodestra sale di un punto (+1%) e va al 50% mentre il centrosinistra ne guadagna mezzo e va al 31 % (+0,5%). Il 'campo largo' resterebbe al 48%. Gli astenuti-indecisi, infine, si attesterebbero al 45% (erano al 46,2% nella scorsa rilevazione).