E Vincenzo Monti assume a questo punto un tono meno lirico, anzi, ci sembra di notare un segno autoritario che comincia a emergere: sempre nel quadro di una liturgia del denaro, naturalmente, ove il sacrificio è più che un ragionevole obolo alla comunità, un atto di fede nelle sorti del divino Mercato.
Economia e teologia si fondono mirabilmente in queste due scene e permettono con rinnovato ardire il cammino nell’Italia Nova, nelle sequenze che verranno.
Da L’Italia Nova, libretto di Caldeo Ponsacchi, musiche di Filiberto Giuggiola. Scene di Pennello da Quaracchi. Atto II, scena seconda.
Tavola di Francesco Spadoni. Per ingrandire clicca qui
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Prima
Seconda
Terza
Intermezzo
Quarta