Don Luigi Verzè, fondatore del San Raffaele

Dopo mesi di polemiche, indagini, arresti e scandali, Don Luigi Verzè ha fatto un passo indietro: con una lettera indirizzata al vicepresidente, Giuseppe Profiti, si è autosospeso dalla carica di presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor, ormai in mano allo Ior e alla famiglia Malacalza. La mossa di Don Verzè durante l’odierno cda, in cui il prelato ha comunicato che non parteciperà più ai lavori del consiglio per meglio consentire il rilancio dell’Irccs da lui fondato, manifestando, in questo modo, piena fiducia nell’attuale board.

Il Consiglio d’amministrazione ha inoltre preso atto del ristabilirsi dei rapporti con l’università Vita-Salute, dopo alcune incomprensione che hanno portato all’uscita dallo stesso cda di Massimo Clementi, preside della facoltà di Medicina dell’Ateneo. Un avvicinamento che porterà, in condizione di reciprocità, alla comune definizione dei rapporti tanto istituzionali quanto dei rispettivi programmi di sviluppo. Don Verzè resta formalmente consigliere del cda.

Parallelamente al passo indietro di don Verzè, sembra trovare conferme l’interesse dell’imprenditore della sanità privata, Giuseppe Rotelli, per quanto riguarda l’acquisizione dell’Istituto scientifico universitario San Raffaele di Milano. Il presidente del gruppo ospedaliero San Donato, infatti, ha avanzato una “richiesta di accesso ai dati” della Fondazione. Un atto che “testimonia la validità del San Raffaele come eccellenza clinica e come valore attuale e futuro”. La manifestazione di interesse da parte di Rotelli si aggiunge a quella della famiglia Rocca che controlla il gruppo Humanitas. Un’attenzione che “conferma il primato scientifico e il valore economico” dell’Irccs di via Olgettina e “testimonia la giustezza del salvataggio iniziato da Ior e Malacalza” che per il rilancio dell’istituto hanno messo in campo 250 milioni di euro.

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