Era uno dei ginecologi più apprezzati in Italia. Tra i clienti la moglie di Montezemolo, Azzurra Caltagirone, Katia Ricciarelli e Nicoletta Mantovani
Era nato a Pesaro nel 1935 e nel corso di una carriera più che quarantennale era diventato un luminare della diagnosi prenatale. È Luciano Bovicelli, scomparso a 76 anni nella sua abitazione bolognese il 18 dicembre scorso, un medico che ha fatto la storia non solo nazionale della ginecologia. Malgrado i trent’anni di differenza d’età, poi, dal 2003 si era sposato con Anna Maria Bernini, avvocato eletta in parlamento per il Pdl e ministro per le politiche europee dal 27 luglio al 16 novembre 2011.
Bovicelli, laureatosi nel 1967 e specializzatosi in ostetricia e ginecologia all’università di Bologna, anni più tardi era diventato direttore della stessa scuola di specialità non prima di aver lavorato a Londra e di aver insegnato presso l’ateneo felsineo. Negli anni Settanta le sue ricerche erano sfociate nella nascita del primo centro di fisiopatologia prenatale e nella diagnosi ecografica delle malformazioni fetali. Inoltre si era occupato anche patologia oncologica e di infezioni contratte prima della nascita studiando, tra i primi a livello nazionale, la trasmissione dell’Hiv da madre a feto durante la gestazione.
Pioniere dei test genetici oggi effettuati normalmente nelle prime fasi della gravidanza (come la amniocentesi, la villocentesi e la cordocentesi) quando l’età della gestante non è più giovanissima o c’è il sospetto di alterazioni cromosomiche, nel corso della sua carriera di queste analisi ne aveva effettuate 40 mila. Un numero notevole per la comunità clinica e scientifica, che aveva riconosciuto in Bovicelli uno dei più esperti nel settore.
La sua carriera aveva poi compreso 600 pubblicazioni uscite su 300 riviste di respiro internazionale, 6 monografie e più di 150 articoli (tra le testate per cui aveva scritto compaiono American Journal of Obstetric and Gynecology, Lancet, Clinical Genetics, Prenatale Diagnosis, Radiology e Journal of Clinical Ultrasound). E oltre all’attività universitaria c’erano state poi le collaborazioni con le cliniche specializzate, a iniziare dalle bolognesi Tecnobios e Villa Regina.
Anche il figlio Alessandro, nato nel 1967 da un precedente matrimonio, aveva seguito le orme paterne laureandosi in medicina nel 1992 e prendendo la stessa specializzazione, che lo ha portato a collaborare con strutture sanitaria statunitensi approdando poi al policlinico bolognese Sant’Orsola, oltre alla scuola di specialità in ginecologia e ostetrica del capoluogo emiliano.
Alle esequie, che si terranno martedì 20 dicembre alle 11 nella chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano in strada Maggiore (dopodiché il feretro partirà per Pesaro, dove verrà inumato nella tomba di famiglia) sono annunciate partecipazioni importanti. Tra queste, quella del sindaco di Bologna Virginio Merola, e di alcune tra le sue pazienti più celebri, come Nicoletta Mantovani, vedova di Luciano Pavarotti ed ex assessore alla cultura del comune emiliano, Ludovica Andreoni, legata a Luca Cordero di Montezemolo, Katia Ricciarelli, ex moglie di Pippo Baudo, e Azzurra Caltagirone, sposata con Pierferdinando Casini.