La vicenda inizia alla fine del 2006 quando, a causa del rifacimento delle tubature, viene richiesto e autorizzato l’abbattimento di un albero nel cortile del condominio dell’anziana. A patto che venga reimpiantato appena chiusi i cantieri (come previsto dal regolamento comunale). Terminano i lavori e arriva il momento di risistemare la pianta. Nel frattempo però le condizioni di Rosalia, che è affetta da patologie ematiche e polmonari che la legano 24 ore su 24 a un respiratore, si sono aggravate fino a renderla invalida al 100 %. Il solo passeggiare nelle vicinanze del platano la esporrebbe quindi al rischio di una crisi respiratoria. Per questo, munita di documenti e certificati medici e assistita dalla sezione bolognese dell’Anmic, l’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili si presenta negli uffici comunali chiedendo loro di rinunciare all’albero o di sistemarlo al di fuori del perimetro del cortile. All’inizio il Comune accetta, poi nel 2010, forse anche su pressione di altri condomini, cambia idea e ordina di piazzare comunque un nuovo platano (ufficialmente perché “non crea intralcio alla deambulazione della signora”).
Secondo l’avvocato Vincenzo Miceli che l’assiste, la signora soffre anche di allergie, che le impediscono di prendere farmaci antistaminici e cortisonici. Questi sarebbero necessari in caso di shock anafilattico o di reazioni scatenate dalle punture degli insetti che volano intorno al platano. Non si tratterebbe dunque solo di avere una pianta in più intorno al palazzo. Secondo la denuncia dell’Anmic, la presenza dell’albero metterebbe a repentaglio la vita dell’anziana, che già si trova in condizioni precarie. “Nessuno di noi ha nulla contro gli alberi, anzi siamo a favore – si legge in un comunicato dell’associazione – il problema non è la pianta, ma gli insetti che ci girano attorno”.
Dopo mesi di continue discussioni con alcuni dirigenti del Settore Ambiente e verde, l’anziana ha deciso di portare il Comune in tribunale. La prossima udienza è fissata per il 22 dicembre. “Non si comprende – scrive ancora l’associazione – l’atteggiamento del dirigente Roberto Diolaiti che si è mostrato totalmente ostile alle richieste e ai problemi di salute di una cittadina bolognese”. Peraltro, aggiunge l’avvocato Miceli, siamo di fronte a una situazione paradossale anche perché, rimettendo l’albero, si metterebbero in pericolo le tubature della rete fognaria condominiale.
g.z.