L’ultima partita che hanno provato a truccare risale a soltanto un mese fa: Cesena-Gubbio, Coppa Italia, 30 novembre. Tentativo andato in fumo perché il calciatore Simone Farina non soltanto s’è opposto, ma ha denunciato la tentata corruzione agli inquirenti, fornendo un ulteriore tassello a una già imponente mole di informazioni: il campionato italiano – non solo di serie A – era nel mirino di un’organizzazione internazionale.
LA STRUTTURA
La mente era a Singapore: Tan Seet Eng, detto Dan, 47 anni, movimentava milioni di euro in tutto il mondo, truccando partite in Italia, Finlandia, Germania, spingendosi in Africa e Sudamerica, con puntate nei paesi arabi. Una holding della corruzione e della scommessa illegale che ieri ha subìto 17 richieste d’arresto, emanati dal gip di Cremona Guido Salvini. Tra gli arrestati l’ex capitano dell’Atalanta, Cristiano Doni, che ha tentato una fuga maldestra dinanzi agli agenti dello Sco della Polizia. Doni è stato intercettato mentre camuffava la voce, parlando con Santoni, che in più occasioni ha cercato di dissuadere, anche con fare minaccioso, dal collaborare con la giustizia. Infine, proprio con Santoni, secondo l’accusa ha cercato di rendere inutilizzabile agli inquirenti l’analisi di un telefono. E con la posizione di Doni, si appesantiscono i sospetti sull’Atalanta. Un indagato riferisce ai pm che “quando parlo di Doni è come se parlassi della dirigenza dell’Atalanta nel senso che questi agiva per conto della società”.
GLI ARRESTATI
Tra gli arrestati – tutti con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva – anche Carlo Gervasoni (calciatore del Piacenza, sospeso dall’attività agonistica), Filippo Carobbio (calciatore dello Spezia), Alessandro Zamperini (ex calciatore di Serie B e Lega Pro). L’inchiesta coinvolge altri 20 indagati. L’anello di congiunzione con la cupola asiatica era invece Gigi Sartor, ex difensore della Juventus, anch’egli arrestato. Dan è sfuggito all’arresto e leggendo gli atti è evidente che la procura di Cremona, guidata dal procuratore Roberto di Martino, ha messo le mani su una potentissima “holding” criminale, che aveva ramificazioni in tutto il mondo. In Italia, secondo l’accusa, c’era Sartor, che collegava “i bolognesi” (gli scommettitori legati a Beppe Signori) con Singapore. Ma non c’era soltanto lui.
IL CAPO DEI CAPI
Di passaggio in passaggio, comunque, la manipolazione delle partite si riconduceva sempre e comunque a Dan, una sorta di “capo dei capi” delle scommesse mondiali. Quando il calciatore del Gubbio, Simone Farina, viene interrogato dalla procura di Cremona, racconta che Alessandro Zamperini “riferiva d’avere conosciuto alcune persone che disponevano di un sacco di soldi. Che tali persone facevano capo ad un soggetto indonesiano, il quale, tramite un soggetto macedone, sarebbe stato disponibile a consegnarmi 200 mila euro affinché perdessi la partita di Coppa Italia con il Cesena. Avrei dovuto corrompere a mia volta il portiere ed almeno due difensori centrali in maniera tale che si realizzasse il risultato di over, l’unico risultato che avrebbe interessato la sua organizzazione. Proseguiva affermando che tali soggetti avevano giocato e scommesso anche sui recenti mondiali di calcio under 20 disputatesi questa estate”. Lo Sco ha verificato che Zamperini aveva contatti telefonici con Dan.
LA QUESTIONE ITALIANA
L’indonesiano, il macedone, gli zingari, gli italiani: un’organizzazione che convergeva sempre verso Singapore. Due indagati, intercettati dalla polizia ungherese, ad aprile erano convinti che “la questione italiana è difficile. Dobbiamo andare lì dieci volte per realizzarne uno”. Eppure, in questa seconda parte dell’indagine sul calcio, condotta dalla procura di Cremona, si scoprono altri tre incontri sospetti nel campionato di Serie A: Napoli – Sampdoria del 30 gennaio 2011, terminata 4-0, Brescia – Bari del 6 febbraio 2011, terminata 2-0 e Brescia – Lecce del 27 febbraio 2011, terminata 2-2. Seguono 16 incontri di serie B tra il 2009 e il 2011 e la partita di Coppa Italia di un mese fa. Lo Sco ha viaggiato tra Singapore e il nord Europa, alla caccia degli indagati, e ottenendo importanti rivelazioni dal braccio destro di Dan, Wilson Perumal: interrogato in Finlandia dove è in carcere da tempo. E’ proprio Perumal che spiega nel dettaglio il funzionamento della “cupola”: “Ci sono sei persone chiave e Taan Seel Eng dirige il gruppo. (…) Taan Seet Eng ha manipolato delle partite della Serie A, il risultato della partita Brescia-Bari nel 6 febbraio 2011 è stato 2-0. E’ probabile che una delle due partite seguenti sia stata truccata da lui: Brescia -Chievo 0-3 e Napoli-Sampdoria 4-0 (…). Taan Seet Eng realizzò una scommessa su queste partite in Cina servendosi di un gruppo di scommesse creato dai cinesi. (…). Si serviva di cinesi per scommettere, perché i cinesi gli concedevano credito per scommettere molto veloce con una somma di denaro importante (…). Possono procedere a una scommessa con una puntata di 1 milione di euro con una partita di Serie B in 10-15 minuti e di Serie A in 2-3 minuti (…). Dopo la partita Brescia – Bari (…) Eng mi chiamò dicendo che il mio guadagno sarebbe stato di 60mila euro. Eng era furioso perché i calciatori avevano consentito a perdere con 2 – 0 invece di 3 – 0. (…) So che Admir Suljic e Dino Lalic si occupavano della manipolazione e dei contatti con i calciatori. Eng aveva fondi per puntare sui risultati alterati e per scommesse illecite (…)”. Ed ecco la struttura: “Eng aveva dei contatti necessari con le agenzie di scommesse sportive illegali. Ci si trovano agenti a tre livello (secondo la capacità di concedere credito): agente, agente “superiore ” e agente “supremo”. Eng stava in contatto con questi ultimi: ciò gli permetteva di ottenere un credito fino a 10 milioni euro”.
da Il Fatto Quotidiano del 20 dicembre 2011