I “fascisti del terzo millennio” accolgono i rappresentanti della comunità cinese di Roma. Non per ripulire l’immagine di Casapound dopo gli atroci fatti di Firenze, sostengono i militanti neri, ma per coltivare un rapporto di buon vicinato con l’etnia che da anni è in stragrande maggioranza all’Esquilino, il quartiere dove ha sede il centro sociale. “Quest’incontro era stato programmato ben prima dell’omicidio dei senegalesi”, spiega Davide Di Stefano, responsabile di Blocco Studentesco, ramo universitario di Casapound. “Rimaniamo fermamente contrari all’immigrazione, ma siamo nel 2011, il mondo è questo e dobbiamo confrontarci con la realtà. Allora tanto vale provare a dialogare”. Gli ospiti cinesi sembrano piuttosto spaesati, tra un intervento di Francesco Marcolini, presidente di Zètema (l’azienda comunale che gestisce gli eventi culturali di Roma), che cita Julius Evola, e un’analisi di Gabriele Adinolfi, ex Terza Posizione, oggi ideologo dei neofascisti, che spiega perché con i vicini di casa asiatici i rapporti non siano conflittuali: “I cinesi, rispetto ad altri, non hanno l’abitudine di piagnucolare, non vanno a fare l’elemosina morale”.
Video di Tommaso Rodano