Caro sindaco Pisapia, si faccia aiutare e il luogo comune non vincerà. L’inerzia di chi è troppo concentrato a fissare il proprio ombelico per accorgersi dell’emergenza non avrà la meglio sui cittadini che vogliono lavorare per rendere Milano un posto in cui vivere, non solo sopravvivere. E’ questo lo spirito dei milanesi che ci credono, nell’aria migliore. Che non si lasciano scoraggiare dai cori di protesta di chi non solo non ha mai contribuito a trovare soluzioni alternative ma non fa altro, da dieci anni, che contrastare qualsiasi misura di riduzione dell’inquinamento atmosferico.
Genitoriantismog, Legambiente, Wwf e Ciclobby incontreranno domani il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e gli consegneranno un documento fuori da ogni polemica e strumentalizzazione. Un promemoria degli esperti, una “to-do list” antismog a 360 gradi per non vanificare il mandato dei cinque referendum ambientali che la città ha votato, e promosso, sei mesi fa e che vedevano sì il potenziamento di Ecopass (che dovrebbe essere ben più vasto di Area C) ma anche misure complementari di sviluppo della mobilità sostenibile e della vivibilità urbana.
La speranza è che Giuliano Pisapia, che ha affidato il tema al giovane e attivo Pierfrancesco Maran, faccia tesoro dei consigli di chi, da anni, non solo non si muove per luoghi comuni ma ha fatto delle professionalità dei volontari e del contributo di scienziati di primo piano, uno strumento straordinario di indagine e progettazione civica. Perché, come commenta il presidente dei Genitoriantismog, Valeria Corbella, “da sempre crediamo fermamente in un principio: la salute e la qualità della vita sono un diritto, difenderle un dovere. Soprattutto a tutela dei bambini di questa città. Per questo, caro sindaco, oggi desideriamo consegnarle un elenco di suggerimenti per parole chiave, azioni anche veloci e a basso costo da implementare al più presto. Per rafforzare l’operazione Area C su un percorso di cambiamento che sappiamo, come lei, essere molto più complesso e articolato”. Ecco il riassunto in 15 punti, fuori dai tecnicismi, del documento.
1. Programmazione. A Milano lo smog oltre i limiti è divenuto cronico. Le misure d’emergenza devono essere operative dopo soli 5 giorni di superamento dei limiti.
2. Informazione e comunicazione. Dati su condizioni ambientali, danni alla salute, fonti di inquinamento, azioni di contrasto, comportamenti virtuosi da tenere. Non si può pretendere da tutti i cittadini consapevolezza in sostegno delle misure se non comunicando adeguatamente presupposti e scelte (un ampio archivio di ricerche e dati scientifici autorevoli sono a disposizione di tutti su www.genitoriantismog.it).
3. Controlli e sanzioni. Chiediamo molto di più di quanto è stato fatto sinora. Tutte le misure restrittive sulla circolazione, sulla velocità, sulla sosta, sulle temperature negli edifici sono rimaste sulla carta.
4. Traffico privato. Durante le emergenze, poiché tutte le auto inquinano e sono la principale causa di emissioni nocive (dati Arpa ufficiali) ipotizzare restrizioni alla circolazione in Area C e su tutto il territorio comunale. Programmare frequenti domeniche a piedi durante tutto l’inverno. Incentivare la circolazione dei veicoli privati con minimo tre persone a bordo (car pooling) e potenziare il car sharing elettrico.
5. Veicoli commerciali. Delimitare in fasce orarie il carico scarico su tutto il territorio comunale. Aumentare le aree di parcheggio per i mezzi commerciali e sanzionarne l’uso non autorizzato.
6. Scuole. Politiche per scoraggiare l’accompagnamento dei figli con auto privata. Rafforzare pedibus, mobilità alternativa e car pooling.
7. Supermercati. Incoraggiare i gestori e tutti gli esercizi commerciali a dotarsi di furgoncini a metano o elettrici.
8. Aziende. Molte sono dotate di mobility manager, ma spesso si tratta ancora di realtà virtuali. Le auto aziendali, per prime quelle di proprietà del comune, devono rispondere a standard emissivi virtuosi.
9. Atm. Monitorare, incrementare e migliorare il grado di efficienza del servizio. E’ la principale alternativa all’automobile e come tale va potenziata.
10. Biciclette. Realizzare in tempi brevi le azioni del piano di mobilità ciclabile, prima fra tutte la posa di rastrelliere davanti alle scuole, ai palazzi istituzionali, agli esercizi commerciali. Sistemazione e ripristino dei tratti di pavé maggiormente sconnessi, oggi impraticabili e pericolosi per i ciclisti.
11. Sosta selvaggia e redistribuzione dello spazio. Controlli severi sulla sosta e l’occupazione di corsie ciclabili e corsie preferenziali per i mezzi pubblici. Giù le auto e le moto dai marciapiedi.
12. Riscaldamento e condizionamento. Rendere operativi i controlli sulle temperature, troppo alte in inverno e troppo basse d’estate. Non solo nelle abitazioni ma a partire dai negozi, dalle banche, dagli uffici pubblici. Perché non impiegare le guardie ecologiche? Sono gratuite e competenti.
13. Zone 30, aree pedonali. Istituzione immediata delle zone a velocità ridotta e pedonali in prossimità di scuole e ospedali.
14. Tangenziali. Controlli severi sulla velocità nelle tangenziali e nelle strade di accesso alla città.
15. Ultimo, ma non per importanza, utilizzo delle risorse del territorio.
Caro sindaco, si faccia aiutare! Coinvolga attivamente in questo sforzo tutti quelli che da sempre si sono posti questa svolta ambientale come obiettivo. Le associazioni, se supportate dal Comune, possono costituire una risorsa efficace e già operativa. Attendono solo di potersi rendere utili in modo leale e concreto. Senza competizione, ma con collaborazione per un fine comune.