Centinaia di donne hanno manifestato ieri sera fuori di un palazzo governativo a piazza Tahrir, al Cairo, per protestare contro le forze di sicurezza che hanno brutalmente picchiato, preso a calci e trascinato una donna che protestava, fino a scoprirle il reggiseno azzurro. Decine di uomini si sono uniti alla manifestazione delle donne formando un cordone protettivo e cantando “Le donne egiziane sono una linea rossa (da non oltrepassare)”.
E’ il quinto giorno di protesta dopo che i militari hanno cercato di sgomberare la piazza dai dimostranti. Ieri mattina all’alba la polizia militare ha sparato contro i manifestanti uccidendone almeno quattro. E’ seguita la ferma condanna del trattamento contro le attiviste del segretario di Stato americano Hillary Clinton, che si è dichiarata sconvolta dai fatti, specialmente dalle foto che mostrano la giovane donna brutalizzata a terra. “La sistematica degradazione delle donne in Egitto disonora la rivoluzione, fa vergogna allo Stato e le sue uniformi e non è degna di un grande popolo” ha detto la Clinton, aggiungendo “le donne vengono picchiate e umiliate nelle stesse strade dove pochi mesi fa rischiavano la loro vita per la rivoluzione”.
I quattro manifestanti uccisi durante un raid all’alba di ieri mattina includono un ragazzo di 19 anni. Un altro giovane di 15 anni, Ahmed Saad, è in condizioni critiche per una ferita da arma da fuoco. Da venerdì almeno 14 persone sono state uccise a centinaia ferite nelle ultime proteste di piazza Tahrir per chiedere la fine immediata del governo militare ma non si conosce il numero esatto perché ci vogliono diverse ore prima che siano rilasciati i comunicati ufficiali dagli ospedali e dall’obitorio. Alcuni dimostranti hanno dichiarato di non aver paura di essere uccisi dal fuoco dei militari, ma di essere catturati e torturati. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon ha definito la tattica per domare le proteste “eccessiva”.
Dal 27 febbraio 2011 la Repubblica Araba dell’Egitto è governata dai militari del Consiglio supremo delle Forze armate, dopo le dimissioni del presidente Hosni Mubarak seguite a diversi giorni di protesta di massa. In una dichiarazione sulla sua pagina Facebook, il consiglio ha invocato la calma e si è dichiarato disposto a discutere proposte “che possano aiutare a far tornare sicurezza e stabilità in Egitto”. “Il Consiglio Supremo esprime profondo rammarico verso le grandi donne egiziane per le violazioni che si sono verificate durante le dimostrazioni al Parlamento e il Consiglio dei ministri, e le rassicura riguardo al rispetto e l’apprezzamento che ha per loro e il loro diritto di protestare e di prendere parte attiva alla vita politica del paese” ha detto il Consiglio, aggiungendo che “saranno prese tutte le misure legali per individuare e punire i responsabili di queste violazioni”.
La manifestazione di ieri sera a piazza Tahrir e nelle vie circostanti ha visto la partecipazione di diverse centinaia di donne. Presto il numero dei manifestanti ha raggiunto le 1500-2000 persone fra donne e uomini. Molti tenevano in mano le fotografie delle persone maltrattate chiedendo la fine del regime militare. “Sono qui per condannare con violenza gli attacchi contro uomini e donne da parte dell’esercito egiziano” ha detto l’avvocato e attivista per i diritti umani Ragia Omran, “noi non staremo zitti. Non permetteremo che tutto questo accada di nuovo e continueremo a esprimere la nostra rabbia contro questa giunta militare che sta uccidendo il paese”. Poche ore fa, dalla sua pagina Twitter (@rago_legal), Omran ha postato il video della manifestazione, commentando: “Donne, voi lo rendete degno di essere fatto. Siamo così orgogliosi di voi”. Alle 5 di stamattina (ora locale) le prime buone notizie: la giunta ha rilasciato 14 persone arrestate durante le manifestazione del 19 e del 20, fra cui un minore. Sembra che la protesta virale passata sulla Rete e la condanna del mondo stia facendo retrocedere il regime.