Hamza al-Khateeb ha tredici anni. E’ un piccolo manifestante per le vie di Damasco. Viene fermato dalla polizia siriana, trattenuto, torturato fino all’evirazione. Viene restituito cadavere alla famiglia un mese dopo. Il papà decide di mettere in rete un video raccapricciante con il suo giovane corpo martoriato. Anche lui sarà arrestato.
Come in Tunisia, è un minimo e inerme martire ad accendere una rivolta che non ha ancora manifestato tutta la sua violenza. La Siria è già dentro una guerra civile: solo il 19 dicembre cento morti per le strade. Ma noi non lo sappiamo. Alle prese con feste più ardue e anestetizzati dal pacchetto “primavera araba” preferiamo fare lo slalom tra i preoccupanti distinguo di Monti e le battute di Berlusconi.
Ma la Siria è un paese particolare per la sua posizione geografica e per il ruolo nella regione. Nonostante la sua laicità – vi convivono infatti finora pacificamente cristiani, ebrei e musulmani -il regime di Assad è ferocemente anti-israeliano. Il suo destino cambierà in modo decisivo l’equilibrio del medio oriente.
Il mondo vicino a noi brucia, forse è anche egoisticamente utile capire di più e influire sul corso degli eventi nel nostro microcosmo. Per allargare il nostro sguardo e sensibilizzare chi non ne sa nulla è stata organizzata dal liceo Tasso di Roma e da altre scuole romane una fiaccolata per il popolo siriano. Partirà stasera alle 19.30 dalla chiesa di SS. Apostoli. Lo sguardo aperto di ragazzi italiani attenti a quelli che succede nel mondo può spiazzare le nostre sere depresse in attesa di un Babbo Natale magro.