Piazza pulita dei vertici della giustizia minorile a Bologna. A essere stati rimossi dai loro incarichi sono stati il direttore del carcere del Pratello, Lorenzo Roccaro, il direttore del centro giustizia minorile di Bologna, Giuseppe Centomani, e il comandante della polizia penitenziaria Aurelio Morgillo. La causa: omissione di rapporto in relazione a una presunta violenza sessuale avvenuto a settembre dentro il carcere che accoglie under 18.
L’intervento è stato determinato dal Dipartimento di giustizia minorile, che ha notificato i risultati di un’ispezione del ministero condotta tra il 6 e l’8 dicembre scorsi. Ispezione determinata dal presunto comportamento tenuto dai tre dirigenti nel corso delle indagini avviate dalla procura minorile sull’ipotesi dell’abuso ai danni di uno dei giovani detenuti.
Il provvedimento di revoca dell’incarico parla di “diffusa e persistente violazione di obblighi di correttezza gestionale”. In sostanza la direzione del Pratello, che avrebbe dovuto consegnare alla direzione generale di Roma la documentazione sull’accaduto, avrebbe invece deciso che il caso era da tenere per sé. Nessuna trasmissione dunque dei documenti del caso, tra cui una lettera degli assistenti sociali sulla vicenda.
Il motivo, secondo il Dipartimento di giustizia minorile, andrebbe ricercato in una presunta volontà di coprire l’episodio di violenza dando l’idea che nel carcere bolognese del Pratello tutto filasse in realtà liscio.
Lorenzo Roccaro, il direttore del centro giustizia minorile di Bologna rimosso, si era insediato ad agosto sostituendo la storica direttrice Paola Ziccone, arrivata nell’istituto bolognese nel 2001. A farla saltare, come ricostruisce l’emittente cittadina Radio città del capo, che ha seguito e segnalato l’intera vicenda, un altro nome finito nella vicenda, Giuseppe Centomani, che coordina i servizi minorili della giustizia e suo superiore dal 2006, a causa di divergenze sulla gestione del carcere.
Nel frattempo è stata avviata anche un’indagine per omissione di rapporto dalla procura della Repubblica su segnalazione del capo di quella minorile, Ugo Pastore. Al momento non risultano iscritti nel registro degli indagati, ma resta da capire se questa “selezione di notizie” sia effettivamente avvenuta e per quali ragioni.