Il Cavaliere, superato lo shock da cacciata, sta rapidamente riprendendo il suo ruolo da parolaio.
Il Pd, incantato da Passera e da Casini, procede come una barca in un bosco, facendo il suo gioco.
E dopo le elezioni avrà delle brutte sorprese. Quando e se se ne accorgerà, sarà tardi, come sempre.
Fantapolitica?
Un brutal dubbio ci rode:
quanto a lungo il nostro prode
saprà star senza potere?
Ogni giorno il Cavaliere
progredisce nel risveglio:
non è ancora giunto al meglio,
ma fra una minaccia e un lazzo
ha ripreso lo strombazzo.
“Mario Monti è disperato.”
“Finalmente ha realizzato
che è impossibile il governo
con ‘sto popolo d’inferno,
come disse Mussolini”.
“Per mancanza di quattrini
quanto prima, stile piovra,
produrrà un’altra manovra”.
I politici nostrani,
se è un politico Bersani
e non solo una macchietta,
scopriranno molto in fretta
che il caimano sta tornando.
Ecco il suo piano nefando:
con l’abisso allontanato
grazie a un popolo affamato,
a un paese in recessione
ed a un professor santone,
tornerà, vecchio bacucco,
con il miserando trucco
grazie al quale governò:
“Io le tasse taglierò,
darò posti di lavoro
e tre vacche ad ogni toro!”
Dei quattrin con la potenza
i suoi, in crisi di astinenza
da potere e iniquità,
uno ad un ricomprerà.
Per la guerra contro i rossi
si rimetterà con Bossi
e l’ignobile coingrega
dei padani della Lega,
rivincendo le elezioni
grazie ai troppi creduloni.
Giunto lì negozierà
coi fan di Sua Santità
la cessione del potere:
niente cella al Cavaliere,
nessun taglio alle tivù,
ma per le note virtù
la salita all’alto soglio,
del caimano estremo orgoglio.
Al poter Pierferdinando
che governa raggruppando
passere, democristiani
fino a ieri con Bersani
e i fratelli e le sorelle
profughi dal Pdl.
Ed il resto del Pd?
Pier Luigi, giunto qui,
forse infin si sarà accorto
che il caimano non è morto,
che Casini non è rosso
e da un gran rimorso mosso
correrà contrito dietro
alla Sel ed a Di Pietro.