Stop ai “chiara fama” che nessuno conosce. Dopo l’inchiesta del Fatto Quotidiano sulla casta diplomatica e le parentopoli che vi si annidano, il ministro degli Esteri Giulio Terzi congela provvisoriamente le nomine in corso di registrazione dei direttori degli Istituti italiani di cultura (Iic) al cui vertice si trova di tutto, ma soprattutto amici, ex coniugi e parenti dei potenti. Il ministro ha deciso dunque di fermare le nomine non ancora registrate. Saranno “perfezionate” solo al termine di una revisione complessiva dei criteri che le hanno determinate e una verifica dei requisiti. Il controllo sarà svolto dalla Commissiona Nazionale per la Cultura che lui stesso presiede e che è composta da rappresentati di diversi ministeri e soggetti pubblici.
L’obiettivo è avere garanzie suil rispetto del dettato del legislatore che ha regolato la materia ormai 21 anni fa (legge 401 del 1990art. 14 comma 6 ). Da allora, infatti, lo spessore dei “chiara fama” sembra essersi assottigliato parecchio, come dimostrano i tanti casi di persone che non l’hanno mai conquistata e tuttavia sono state gratificate dallo Stato con incarichi da 15mila euro al mese. Su questa vicenda ha chiesto chiarimenti al nuovo ministro il senatore dell’Idv Elio Lannutti (leggi l’interrogazione). Anche perché il predecessore Franco Frattini, prima di lasciare il suo incarico, ha pensato bene di mettere a posto i propri collaboratori che vanno così ad aggiungersi a un folto sottobosco di raccomandati per via politica.
La geografia delle investiture ad personam conferma il prevalere delle logiche di parentela e di amicizia, frequentazioni personali e professionali del potente di turno. La geografia che ne è derivata è piuttosto curiosa. A Parigi lo scranno passa dal fratello di Giuliano Ferrara (Giorgio) a Marina Valensise, già giornalista del Foglio di Ferrara e corrispondente per Canale 5 da Parigi e (se non bastasse) anche sorella dell’ambasciatore a Berlino Michele Valensise. A Londra primeggia una “esperta” di visual art ed un direttore di chiara fama mondiale, tal Carlo Presenti collocato nella capitale britannica a 16.500 euro al mese netti e del quale si ricorderanno le chiusure di biblioteche e di aule per l’insegnamento dell’Italiano (ci fu un articolo dell’Espresso in proposito).
L’esperta di arti visuali, Rossanna Pittelli è la sorella dell’onorevole Giancarlo Pittelli (Pdl), indagato nell’inchiesta Poseidone da De Magistris, poi prosciolto per essere riportato a giudizio a Salerno dove l’ex pm lo ha denunciato per presunti tentativi di sottrargli le inchieste di Catanzaro. A New York c’è l’ex-moglie dell’ex Ministro Bondi, Gabriella Podestà. A Mosca Angela Carpifave, amica personale dell’ex Presidente del Consiglio Berlusconi. A breve scadranno le nomine per Tokyo e Pechino. Sono state inoltre registrate assegnazioni clientelari a Zagabria, in Brasile , in Argentina, a Tokyo e Kyoto.
“La parentopoli è da lungo presente al Ministero degli Affari Esteri sia per soddisfare esigenze interne, non meno di quelle esterne, e ha assunto una rilevanza i cui effetti non si sono esauriti, talora contrassegnati da decisioni bipartisan, un criterio che il Ministro Frattini non ha mai rinnegato, non senza dare notevoli opportunità al personale diplomatico di occupare, specie in Europa, posti di prestigio in ambito Ue”, spiega un funzionario ministeriale dietro garanzia di anonimato.
Non sono mancate le ingerenze del Ministero della Pubblica Istruzione nel settore delle scuole italiane all’estero e la pretesa di funzionari di quel Gabinetto del Ministro di chiedere la destinazione all’estero di propri congiunti, come è avvenuto recentemente per Madrid ove si è provveduto ad assegnare una dirigente scolastica, senza possedere un’adeguata conoscenza dello spagnolo. “La signora si chiama Fechi ed è la moglie di uno stretto collaboratore dell’ex ministro Gelmini Murano”, racconta il funzionario. L’anomalia ha sollevato riserve da parte delle Autorità spagnole. Ma anche in Italia dove il senatore di Fli Aldo Di Biagio ha chiesto con interrogazione scritta di sapere come fosse possibile venisse nominato in un istituto italiano all’estero qualcuno che non conosce neppure la lingua del paese di destinazione. “La risposta – racconta rassegnato – è stata a dir poco evasiva, ma la persona in questione è stata richiamata ai ruoli metropolitani, non senza dare un segnale negativo alle stesse Autorità e comportando oneri non trascurabili a carico dell’Erario nazionale”.