Il Tribunale del riesame di Brescia ha deciso di dissequestrare il cantiere dell’autostrada BreBeMi oggetto della inchiesta giudiziaria su traffico di rifiuti e tangenti che ha già coinvolto il vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia Franco Nicoli Cristiani agli arresti per corruzione. Il cantiere può riprendere a lavorare come richiesto da un’istanza presentata dal consorzio costruttore e dalla Fillea, il sindacato edile della Cgil, scesa in campo qualche giorno fa. Tirano un sospiro di sollievo 136 aziende e i 1000 lavoratori direttamente coinvolti più altri 3000 circa nell’indotto.

La Fillea Cgil, confermando il pieno rispetto dell’azione della Magistratura, aveva richiesto il dissequestro dei 26 kilometri rimanenti del cantiere, permettendo comunque l’intervento di bonifica ambientale per gli 8 kilometri in cui sono stati effettuati gli sversamenti di rifiuti tossici. “Prima la bonifica e la salute della cittadinanza” – ribadisce Nino Baseotto, Segretario generale della Cgil Lombardia – “ma non possiamo permettere che un progetto così importante anche dal punto di vista simbolico in vista di Expo 2015 veda una sconfitta della legalità a favore del malaffare e della criminalità”.

IL SINDACATO: “LOTTA ALL’ILLEGALITA’, MA TUTELANDO L’OCCUPAZIONE”

Il sindacato ha contestualmente chiesto un intervento legislativo di regolamentazione del sistema degli appalti pubblici con la eliminazione del principio della gara d’appalto al massimo ribasso, sistema che determina strutturalmente un’infiltrazione di soggetti che, forti di grandi liquidità di dubbia provenienza o sfruttamento del lavoro nero, fanno concorrenza sleale e hanno natura illecita. “Questo è un settore – ammonisce Walter Schiavella, Segretario Nazionale Fillea Cgil – che sempre di più diventa preda della illegalità”.

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