Il mondo politico esprime la propria vicinanza alla famiglia Bocca e rende omaggio alla figura del giornalista partigiano scomparso ieri. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricordato la “figura di spicco del movimento partigiano rimasto sempre coerente con quella sua fondamentale scelta di campo per la libertà e la democrazia. Dedicatosi subito al giornalismo di inchiesta e di battaglia civile – prosegue Napolitano – Giorgio Bocca ha scandagliato nel tempo la realtà del nostro Paese e le sue trasformazioni sociali con straordinaria intransigenza e combattività”. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha sottolineato la capacità di analisi del giornalista: “Fiero della sua storia partigiana e profondamente ispirato al valore dell’etica pubblica, Bocca si è confermato un’ analista brillante delle vicende politiche italiane rappresentando sempre una significativa indipendenza di giudizio. Il suo insegnamento rimarrà nel mondo del giornalismo e della cultura dell’Italia come grande fonte di ispirazione di valori civili”. Il sindacato unico dei giornalisti (Fnsi) cita Bocca come “un esempio straordinario di come il giornalismo, per servire i cittadini, debba essere libero e, spesso, contro” e sottolinea il metodo dello scrittore piemontese – “severo, rigoroso, che non rinuncia mai alla testimonianza di quanto osservato e alle proprie idee” – che aveva “un punto di vista netto, acuminato, una garanzia contro approcci conformistici: sia che trattasse di inchieste sociali, sia che si occupasse di biografie politiche, Bocca era scomodo senza essere fazioso, capace di criticare i poteri di qualunque colore. La sua partigianeria era la scelta di stare dalla parte della verità dei fatti, contro il degrado della vita pubblica italiana e contro il tradimento dei valori posti alla sua base sessant’anni fa”.
E’ stata la Feltrinelli a diffondere, ieri pomeriggio, una nota che annunciava la morte di Bocca: “Domenica 25 dicembre – ha scritto la casa editrice – è morto Giorgio Bocca, grande giornalista, grande combattente, grande amico. Dalla guerra partigiana fino a questi ultimi giorni della crisi italiana e mondiale, ha vissuto, osservato e raccontato sette decenni di storia del nostro Paese. Le inchieste, i corsivi, i libri di Giorgio Bocca hanno accompagnato e nutrito la formazione civile di molte generazioni di italiani”. L’11 gennaio uscirà il libro postumo: ‘Grazie, no!’, una protesta contro le scorciatoie del pensiero unico, a cui a suo avviso bisognava rispondere con un secco diniego. Carlo De Benedetti, editore di Repubblica (di cui Bocca fu uno dei fondatori), lo ha ricordatocome “un caro amico e una persona che ho molto ammirato, soprattutto per la sua coerenza e per la cocciutaggine piemontese – dice il presidente del Gruppo Espresso – con cui da grande giornalista è sempre stato dalla parte di chi, per una ragione o per l’altra, godeva di meno privilegi e soprattutto di meno libertà”. Ezio Mauro, ricorda così l’editorialista del suo giornale: “Aveva la capacità di andare al nocciolo delle cose, la capacità di capire che troviamo nelle sue inchieste in giro per l’Italia. Repubblica è stato il suo giornale, quello in cui si è espresso al meglio. Avevamo in lui un editorialista di vaglia, un inchiestista di rango, uno scrittore straordinario. E poi un polemista – sottolinea Mauro – perché andando al nocciolo delle cose e guardando dritto davanti a sè non sopportava tutti i balletti e le furbizie della vita italiana, delle politica italiana e anche del giornalismo”.
La famiglia del giornalista ha fatto sapere che intende essere lasciata tranquilla e vuole affrontare la vicenda “in modo privato”. Ma anche il mondo politico vuole ricordare una delle firme storiche del giornalismo italiano. ”Un uomo che ha creduto profondamente nei valori di libertà, democrazia, giustizia legalità e ha speso le migliori energie della sua lunga esistenza per affermarli” : è il commento del sindaco di Torino, Piero Fassino, mentre il deputato dell’Udc Enzo Carra dice: ”Scompare il miglior cronista italiano dei nostri anni. Fu sempre di parte senza mancare di obiettività”. L’ex ministro della cultura Giancarlo Galan (Pdl) sottolinea: “Si poteva essere d’accordo o meno con il suo pensiero ma ha sempre colpito l’attenzione di tutti con un sapiente e tagliente uso delle parole, quelle stesse parole che hanno raccontato la sua storia e la sua visione del nostro Paese, che non lo dimenticherà”. “E’ stato un giornalista acuto, prezioso studioso ed un combattente antifascista per tutta la sua vita”, sostiene Oliviero Diliberto, segretario del Pdci. Infine l’Anpi, l’associazione degli ex partigiani, ricorda il ruolo di Bocca durante la Resistenza e il successivo “giornalismo militante che attraverso reportage, inchieste, commenti e interviste, si propone di denunciare i guasti della società italiana”. “Lo ricorderemo sempre – conclude l’Anpi – tra le figure di spicco del movimento partigiano e per essere rimasto sempre coerente a quella sua fondamentale scelta di campo per la libertà e la democrazia maturata durante la Resistenza”.