Siete sopravvissuti al pantagruelico pranzo di Natale e di fatto state ancora festeggiando? Avete da una parte la canonica fetta di panettone e dall’altra “la penna biforcuta” pronta a vendere cara la pelle? A giudicare dai commenti a corredo dell’articolo sui peggiori dischi del 2011 si può tranquillamente affermare che “la lingua” non faccia difetto né al sottoscritto e nemmeno a tanti di voi, pertanto – se questo è vero – giù dalla slitta! Senza paura, provando anzi ad imbastire nuove discussioni, sperando siano più costruttive delle precedenti.
Babbo Natale – com’è risaputo – è il numero uno e ieri mattina ha lasciato in dono “i 9 dischi migliori” usciti nell’anno corrente e quindi – ascoltandoli in allegria – cominciamo a brindare, magari “sbronzandoci” con amici e parenti, tenendo alto il calice della felicità.
E visto che di sbronze si parla… L’onore di stappare la prima bottiglia va certamente a Tom Waits; Bad As Me rasenta il connubio perfetto tra echi post punk, atmosfere tex mex e “lo stomping” consueto. E poi il soul, ovvero il denominatore comune di un disco concepito da Waits al massimo “in dieci minuti…”. Considerandone la bellezza, occorre ribadire, ancora una volta, che ci troviamo di fronte ad un genio assoluto della musica. Chapeau!
Dalle mie parti si dice: ”Bianco e rosso vai nel fosso!” Evitando quindi di mescolare alle bollicine la corposità scellerata di un barolo casuale, stappo senza nessuna difficoltà la seconda bottiglia di champagne e mi tuffo di soppiatto nella poesia incommensurabile di Jonathan Wilson. Gentle Spirit induce l’ascoltatore a fare pace con la musica: Neil Young ispira ma è la tradizione folk rock a stelle e strisce ad essere celebrata. Un disco d’altri tempi. Da avere assolutamente!
Senza indugiare beviamo alla salute di PJ Harvey. Let England Shake restituisce Polly Jean agli antichi splendori. Le ritmiche acustiche spostano gli equilibri armonici dentro “le gialle velature della musica folk”; a tratti, il passato sembra tornare ma è solo un’illusione. Un album pensato e strutturato affinché la vena intimista intrapresa negli ultimi album arrivi al suo naturale compimento. Applausi.
A Natale le tradizioni fanno la differenza è i Boxer Rebellion lo sanno: Cold Still rilucida gli stilemi del poprock commerciale come nessun altro disco quest’anno. Le chitarre evidenziano uno stile divenuto più scarno e preciso, mentre la voce di Nathan Nicholson, è finalmente al giusto regime. Chi sostiene che “la leggerezza nel rock” non ha ragione d’essere, potrebbe ricredersi.
Stappando del vino novello, si scopre che non è cosi leggero “come lo fanno…” soprattutto dopo averlo confuso con lo spumante. Gustandosi il debutto di Anna Calvi è possibile perdere il controllo. La chanteuse inglese (ma di evidenti origini italiane), nonostante la giovane età ha le idee piuttosto precise e lo dimostra rievocando sapientemente “il crepuscolo”. Fate attenzione, “non siamo dalle parti del riciclo”, il blues rock che compone queste dieci tracce, assomiglia a tutto e niente. In altre parole: esordio dell’anno!
A parte i cori stonati… è soprattutto “la lingua grossa” a prendere il sopravvento. Così, dopo l’ennesimo cin cin, ascoltatevi Mirror! Mirror! Inspiegabilmente fuori da tutte le classifiche di riferimento, la crescita dei Sons and Daughters è inesorabile, come il loro suono, divenuto maturo e potente. Gli ultimi Portishead ispirano velatamente, almeno quanto le oscure sonorità dei These New Puritans, le quali fanno il palo con i suoni sintetici di “certa musica” anni 80. Se cercate un disco post sbronza, questo è quello che fa per voi.
In Italia i Verdena hanno fatto il botto! La cifra stilistica della band si rinnova nei contrasti sapienti che regolano marcatamente Wow! In alcuni casi la pacatezza delle chitarre si mescola ad inedite armonizzazioni vocali, “il pathos liturgico” che ne consegue implode nel suono corposo di consuetudini stilistiche divenute un vero e proprio marchio di fabbrica. Disco e gruppo italiano dell’anno.
Spegnete le luminarie e lasciatevi trasportare dal lato oscuro del Natale, in grado di portare con sé “il nuovo” degli Horrors. Skying è un viaggio a ritroso nel tempo, unica fermata: gli anni 80. Le sonorità declamanti della New Wave, rievocano lo spirito di gruppi come Simple Minds e Psychedelic Furs. Badwan e soci ritornano indietro per cercare nuovi orizzonti. Ci riusciranno? Secondo me sì.
Ciondolando tra il divano e l’ennesima bottiglia, arriviamo al disco dell’anno.
Ai dEUS va il plauso del sottoscritto. Il rock d’autore che compone Keep You Close definisce inequivocabilmente il 2011. Il gruppo belga riporta alla mente atmosfere perdute nel tempo; in questo caso poi, i toni restano in equilibrio, mai urlati né troppo sussurrati, piacevolmente sostenuti dalla voce calda e avvolgente di Tom Barman, capace di confezionare “9 canzoni 9” indiscutibili. Per chi ama i contorni delle cose e alla luce del mattino, preferisce la dissolvenza della sera.
Dal mio punto di vista, il 2011 non ha regalato nulla di trascendentale. Nonostante ciò, qualcosa si muove, soprattutto in Italia. Il “bel paese” trabocca sorprendentemente di vecchie e nuove proposte di grande qualità. Andando oltre “i 9 dischi” è possibile fare qualche nome ulteriore. Paolo Benvegnù per esempio; ascoltando l’ottimo Hermann si capisce che quando si ha a che fare con il talento, alla fine i conti tornano, tenendo sempre a mente che la gavetta non è un optional per nessuno. Umberto Palazzo, con Canzoni della Notte e della Controra, offre nuovi spunti di riflessione sull’equilibrio tra ricerca e tradizione; così come lo screening emotivo dei VOV illumina a giorno le speranze di un futuro possibilmente migliore. Mi sottraggo dal citarne altri, senza però dimenticare Capossela, anche se pensandoci bene, Vinicio non può né gareggiare né essere menzionato. Forse perchè lui – almeno per il momento – continua ad essere… Babbo Natale.
“Addio piacendo”….Abbiamo fatto tardi.
Buone Feste!
“9 dischi 9” … del 2011
1 Keep You Close • dEUS – Easy
2 Skying • The Horrors – Still Life
3 Mirror! Mirror! • Sons And Daughters • Ink Free
4 Anna Calvi • Anna Calvi – Suzanne and I
5 Wow! • Verdena – Razzi Arpie Inferno e Fiamme
6 Bad As Me • Tom Waits – Raised Right Men
7 Gentle Spirit • Jonathan Wilson – Natural Rhapsody
8 Let England Shake • Pj Harvey – The Glorious Land
9 Cold Still • The Boxer Rebellion – The Runner