Quelle liquidate nel 2011 sono state 224.856: il calo ha riguardato sia i lavoratori dipendenti (da 191.666 a 134.243, con un -29,6%) sia gli autonomi, dovuto soprattutto all'effetto delle finestre e all'inasprimento dei requisiti per l'accesso alle pensioni di anzianità
Nel 2011 quindi sono riusciti a uscire solo coloro che avevano già raggiunto i requisiti nel 2010, perchè per chi li ha raggiunti quest’anno è scattata la finestra mobile che ha rinviato tutti al 2012. L’andamento è leggibile con chiarezza nei diagrammi dell’Inps, con il blocco quasi totale per le pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti da maggio 2011 (su 46.778 pensioni di vecchiaia ai lavoratori dipendenti oltre 39.000 sono state erogate tra gennaio e aprile grazie alle uscite con le vecchie finestre). Per i dipendenti il crollo delle pensioni di vecchiaia rispetto alle 90.108 accertate nei primi 11 mesi del 2010 è stato del 48%. Dal prossimo anno scatteranno le regole previste dalla manovra correttiva (addio alle quote per l’anzianità, aumento per l’età di vecchiaia delle donne, cancellazione della finestra mobile ecc.) ma usciranno ancora con le vecchie regole coloro che hanno maturato i requisiti nel 2011 e sono stati bloccati dalla finestra mobile. Quindi il lavoratore dipendente che ha maturato i requisiti per la pensione a giugno 2011 uscirà a giugno 2012, ancora con la finestra mobile.
Il calo complessivo delle pensioni ha riguardato sia i lavoratori dipendenti (da 191.666 a 134.243, con un -29,6%) sia gli autonomi (da 27.501 a 20.137 per i coltivatori diretti, da 53.416 a 38.107 per gli artigiani, da 46.362 a 32.369 per i commercianti). Se si guarda solo alle pensioni di anzianità, il calo è stato più consistente per gli autonomi. Nei primi 11 mesi del 2011, infatti, le nuove pensioni di anzianità liquidate dal fondo lavoratori dipendenti sono state 87.465, appena il 13,8% in meno rispetto alle 101.558 dei primi 11 mesi del 2010. Per i trattamenti di anzianità dei dipendenti si è registrato un aumento di 21.135 assegni rispetto ai 66.330 previsti dall’Inps, unico caso per il quale gli assegni liquidati sono stati superiori a quelli previsti dall’Istituto (nel complesso tra vecchiaia e anzianità sono stati nei primi 11 mesi del 2011 14.364 in meno rispetto alle attese).
Le riforme della previdenza messe in campo prima del decreto salva-Italia “hanno funzionato, ma abbiamo verificato che prima la transizione era troppo lenta”, ha detto il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua commentando il crollo delle pensioni liquidate nei primi 11 mesi del 2011 (-29,5%). Mastrapasqua ha sottolineato che nei primi 11 mesi del 2011 l’età media di uscita dal lavoro è stata di 60,2 anni, in calo rispetto ai 60,4 del 2010 e ai 61,1 del 2009. Il dato è dovuto al crollo delle pensioni di vecchiaia (-39,4%), liquidate ad un’età più alta di quelle di anzianità (62,7 anni di età rispetto ai 58,7 di quelle di anzianità). “Negli altri Paesi europei – ha detto il presidente Inps – si esce dal lavoro più tardi e con tassi di sostituzione molto più bassi. A fronte del nostro 80% rispetto all’ultimo stipendio, in Germania chi va in pensione prende in media il 58,4% dell’ultima retribuzione. Ora il sistema è stato messo in sicurezza”. Nel 2011 il bilancio finanziario di competenza dell’Inps chiuderà, secondo Mastrapasqua, in sostanziale pareggio, mentre le cose potrebbero andare meglio nel 2012 grazie alle novità del decreto salva-Italia sulle aliquote contributive degli autonomi, sul blocco delle indicizzazioni delle pensioni superiori a tre volte il minimo e sui contributi di solidarietà. Quanto all’età di uscita, nel 2012 usciranno coloro che hanno raggiunto i requisiti per la pensione nel 2011 e stanno attendendo i 12 mesi previsti dalla finestra mobile (18 per gli autonomi). “Oggi più che mai – ha concluso Mastrapasqua – è importante l’educazione previdenziale, perchè una riforma così importante va spiegata a tutti, e su questo siamo impegnati”.