Un messaggio di fine anno assolutamente animalista. L’ha spedito alla stampa, ed è già stato subito condiviso da parecchie migliaia di utenti sul web, il sindaco di Berceto, Luigi Lucchi: “Chiediamo di non fare i botti. Non sono un’usanza tradizionale della montagna parmense e di Berceto e anche se ha preso campo, negli ultimi decenni, rappresenta un pericolo per le persone ma anche una sevizia per gli animali, soprattutto i cani, che vengono terrorizzati da questi assordanti rumori che non intendono certo come momento di festa”.
Non sappiamo se la richiesta di Lucchi derivi dall’osservazione dei frenetici e disperati comportamenti dei nostri cani durante la notte di san Silvestro, ma stavolta il proclama di uno dei sindaci più loquaci dell’Emilia Romagna non più che essere condivisibile: “Un proverbio di Berceto recita: chi non ama le bestie non ama neppure i cristiani – prosegue Lucchi – sarebbe un segno di civiltà, in questi giorni, e nella notte di capodanno, non sentire neppure un botto. Un modo per iniziare il nuovo anno con un gesto di rispetto per i viventi più indifesi: gli animali, i cani, e quindi un vero augurio di un anno sereno e denso di buone cose. Grazie a quanti comprendono e mettono in atto queste buone intenzioni che aiutano a rendere Berceto un comune sempre più rispettoso e civile”.
Un comunicato che ricalca quello dell’Aidaa, Associazione italiana difesa animali e ambiente: “Ogni anno – hanno infatti spiegato i responsabili dell’associazione – sono almeno 5.000 i cani ed altrettanti i gatti, ma sono decine di migliaia gli uccelli e gli altri animali domestici e da lavoro, che muoiono o rimangono feriti proprio a causa dei botti di Capodanno”.
L’outsider della politica parmense conferma così la sua trasversalità in termini di appartenenza partitica. Visto che l’animalismo è sempre stato un tema condiviso da una buona fetta del centrodestra (si vedano i provvedimenti dell’ex ministro Brambilla) e dall’area verde del centrosinistra. Lucchi aveva inaugurato la sua politica a 360 gradi raccogliendo, due anni fa, il 35% dei voti alle comunali con la sua lista, Idee e tenacia, che gli hanno permesso di diventare sindaco.
Giusto un mese fa, il sindaco di Berceto aveva avuto l’idea di sconvolgere gli equilibri della casta dei farmacisti proponendo in affitto la farmacia comunale a un investitore, anche non specializzato, un commerciante o un imprenditore: “Fermo restando che siamo assolutamente contrari alle privatizzazioni e che, quindi, la proprietà resterebbe del Comune – disse Lucchi – sono convinto che una gestione di questo tipo renderebbe l’esercizio più libero ed efficiente”. Seguirono polemiche e la proposta cadde nel vuoto.
Lucchi, infine, non è nuovo ad avere su di sé i fari puntati delle tv nazionali. Quando nel novembre scorso la troupe di Rai1 è stata convocata nell’ufficio del primo cittadino di Berceto si è ritrovata davanti al sindaco immerso tra diversi scatolini pieni di scartoffie: documenti serviti per ottenere il via libera a ritinteggiare il tratto di cavalcavia dell’autostrada Parma- La Spezia che attraversa il paese parmense, segno tangibile di una “burocrazia selvaggia” che ancora una volta ha fatto il giro della rete.
Per ultimo rimane memorabile un episodio del 1988, quando ancora Lucchi era semplice cittadino di Berceto e s’inventò lo storico gemellaggio con la tribù dei Sioux, gli indiani d’America che Kevin Costner ancora doveva immortalare in Balla coi lupi.
d.t.