Secondo fonti investigati a breve ci saranno altri 15 giocatori indagati. Sentiti Alessandro Zamperini e Carlo Gervasoni, la cui deposizione apre nuovi scenari: ci sarebbero altre 10 partite, rispetto a quelle note alla magistratura, 3 delle quali di serie A
Dopo le confessioni dell’ex capitano dell’Atalanta, Cristiano Doni, oggi sono ripresi gli interrogatori del Pm di Cremona Roberto Di Martino. Secondo fonti investigative “a breve ci saranno altri 15 giocatori indagati”. A rispondere alle domande del Procuratore sono stati Alessandro Zamperini, che tentò di corrompere il difensore del Gubbio Simone Farina offrendogli 200mila euro, e il giocatore del Piacenza, Carlo Gervasoni. E’ stato quest’ultimo, durante le cinque ore di interrogatorio, ad aprire nuovi scenari, parlando di altre 10 partite, rispetto a quelle note alla magistratura, 3 delle quali di serie A. E’ stato invece scarcerato, e nei suoi confronti sono stati disposti gli arresti domiciliari, Filippo Carobbio, giocatore in forza allo Spezia, arrestato con altre 16 persone nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse. Domani sarà il turno dell’ex preparatore dei portieri del Ravenna, Nicola Santoni, e il 29 dell’ex di Juventus, Roma e Inter, Luigi Sartor, l’unico a non aver ancora risposto alle domande del giudice e il cui avvocato, Antonino Tuccari, si appresta a depositare un’istanza di scarcerazione ai giudici del Tribunale del riesame di Brescia. L’ultimo ad essere sentito, in questa tornata, sarà proprio l’atalantino Doni, che da sabato è ai domiciliari.
Intanto, tramite l’agenzia Ansa, emergono le prime indiscrezioni del suo interrogatorio di garanzia. L’ex capitando dell’Atalanta ha dichiarato di aver “aderito” all’iniziativa illecita delle scommesse “solo per la passione che mi legava alla mia squadra e la speranza di poterla portare all’obiettivo di quella stagione”. ”Io per l’Atalanta ho sempre giocato – ha spiegato nell’interrogatorio di venerdì scorso – e non ho guadagnato nulla dai fatti che ho raccontato”. Doni, nel corso dell’atto istruttorio, ha detto di essere stato avvicinato per truccare la gara Ascoli-Atalanta dello scorso campionato, ma di non avere voluto incontrare l’ascolano Micolucci, e ha aggiunto di non avere avuto la sensazione di una particolare arrendevolezza da parte dell’Ascoli nel corso della partita durante la quale, tra l’altro, era in panchina. Il calciatore ha confermato, di fatto, la manipolazione di Atalanta-Piacenza. A difendere il suo attaccamento alla maglia neroazzurra, anche l’avvocato Salvatore Pino:”Dal punto di vista umano credo che tutto sia partito dalla retrocessione della squadra in B e dal desiderio di riportarla su. Gli si è paventata la possiblità di ottenere risultati facili. Poi indubbiamente delle scommesse ci sono state. Ma sotto il profilo umano, ha specificato che mai nella vita si sarebbe sognato di vendere una partita contro la sua squadra”.
Dagli atti dell’inchiesta della Procura di Cremona emerge anche che una dipendente della Lega Calcio di Milano aveva contatti telefonici con Doni e con il suo compagno di squadra Thomas Manfredini: i calciatori ricevevano da lei “particolari dell’inchiesta diversamente a loro sconosciuti” e ricevevano “preziosi consigli sulla strategia da riferire ai propri legali per contrastare le accuse del procuratore federale”. In alcune conversazioni, annotanogli agenti della polizia di Stato, la donna “non nasconde di poter arrivare facilmente a raggiungere gli appartenenti alla Commissione per indirizzare la sentenza in favore dei calciatori, anche se poi non emerge alcun elemento che possa avvalorare questa sua possibilità”.