Ma il malumore sembra essersi impossessato del partito nonostante le feste. Gaetano Quagliariello, sentito dall’agenzia Adnkronos, getta acqua sul fuoco: “Date le circostanze, il partito ha superato una prova importante e difficile, con un’invidiabile capacità di restare unito”. Massimo Corsaro, ammette invece: “Il tema del rapporto con la Lega mi sta a cuore”. Ma, aggiunge, “non credo nella possibilità di una linea del Pdl a geometria variabile, con il Carroccio al Nord e con l’Udc al centrosud. Il Pdl è un partito nazionale chiamato a rappresentare tutta l’area del centrodestra”. Di certo, però, l’operazione deve avere un fondo di verità, se il suo capogruppo Fabrizio Cicchitto si affanna a dire alle agenzie: “Il Pdl è stato, è e sarà un partito con vocazione nazionale. L’ipotesi di disarticolarlo in due parti, con due leadership e con due alleanze diverse è, a nostro avviso, un disegno suicida. Chiarito questo, è evidente che per quello che riguarda poi le prossime elezioni amministrative il Pdl deve lavorare al Nord facendo i conti con la Lega, definendone condizioni e contesto e su tutto il territorio nazionale col Terzo Polo e segnatamente con l’Udc”.
Insomma, il nodo delle alleanze è tutt’altro che sciolto. Così come il sostegno al governo Monti, che domani riunirà il consiglio dei ministri. Spaesati i più battaglieri, come il portavoce Daniele Capezzone: “La situazione di alcuni milioni di famiglie e di molte centinaia di migliaia di piccole e piccolissime imprese è ormai delicatissima, e i recenti inasprimenti fiscali decisi dall’esecutivo Monti rischiano – aggiunge Capezzone – di innescare una spirale negativa dalle conseguenze tuttora incalcolabili. La politica italiana ha il dovere di rimettere in agenda la questione fiscale: il livello delle tasse in Italia è ormai inaccettabilmente elevato”.
Al contrario, nella maggioranza del governo Monti, i più fedeli si lamentano proprio dell’atteggiamento ondivago del Pdl. E’ il caso di Pier Ferdinando Casini, che pur corteggiato da una parte dei berlusconiani, si è lanciato all’attacco: “E’ surreale come la politica si comporti nei confronti del Governo Monti. Leggendo i giornali, sembra che molti, scampato il pericolo, siano pronti a riprendere le vecchie abitudini. Ma il pericolo è più che mai davanti a noi e, se non cancelliamo le vecchie abitudini, potrebbe travolgerci”. Il partito centrista muove anche sulla scacchiera siciliana: l’Udc siciliano ritira il suo assessore dalla giunta Lombardo e chiude la collaborazione con il Presidente della regione Sicilia.