Politica

Governo e alleanze, cresce il malumore <br/>nel Pdl. Domani consiglio dei ministri

La prima vittima della strategia di Berlusconi potrebbe essere proprio il Pdl. L’ex presidente del Consiglio è impegnato da un lato a sostenere l’azione del governo. Dall’altro a tenerlo sulle spine, logorandolo con continui distinguo e richieste di partecipazione alle scelte cui si uniscono i vari Gasparri, Crosetto, La Russa. E così il partito si presenta scosso, anzi, fratturato all’appuntamento con la ripresa dei lavori politici. Berlusconi sembra intenzionato a favorire il consolidamento della segreteria di Angelino Alfano con una strategia flessibile: da una parte, non si dà per scontata la fine dell’alleanza con la Lega; dall’altra, il recupero del rapporto con i centristi risulta l’obiettivo principale da raggiungere. E così qualcuno ipotizza il doppio binario, un asse privilegiato con il Carroccio al nord, mentre l’intesa con il partito di Pier Ferdinando Casini dovrebbe riguardare il centrosud. Una specie di ritorno al passato e alle origini di Forza Italia, che in questo modo vinse le elezioni del 1994, quelle della discesa in campo. Nel recupero delle “origini”, però, lo scenario non esclude anche novità clamorose, come il cambio del nome del partito, che non sarebbe riuscito a scaldare i cuori non solo dell’elettorato ma nemmeno di tanti suoi dirigenti, peraltro logorati dai postumi del dualismo, mai veramente sradicato nemmeno nei primi mesi di segretaria Alfano, tra ex Forza Italia ed ex Alleanza nazionale. Il 2012, insomma, sarà l’anno delle scelte: sul governo, sulla fase 2, sulle elezioni, sulla legge elettorale.

Ma il malumore sembra essersi impossessato del partito nonostante le feste. Gaetano Quagliariello, sentito dall’agenzia Adnkronos, getta acqua sul fuoco: “Date le circostanze, il partito ha superato una prova importante e difficile, con un’invidiabile capacità di restare unito”. Massimo Corsaro, ammette invece: “Il tema del rapporto con la Lega mi sta a cuore”. Ma, aggiunge, “non credo nella possibilità di una linea del Pdl a geometria variabile, con il Carroccio al Nord e con l’Udc al centrosud. Il Pdl è un partito nazionale chiamato a rappresentare tutta l’area del centrodestra”. Di certo, però, l’operazione deve avere un fondo di verità, se il suo capogruppo Fabrizio Cicchitto si affanna a dire alle agenzie: “Il Pdl è stato, è e sarà un partito con vocazione nazionale. L’ipotesi di disarticolarlo in due parti, con due leadership e con due alleanze diverse è, a nostro avviso, un disegno suicida. Chiarito questo, è evidente che per quello che riguarda poi le prossime elezioni amministrative il Pdl deve lavorare al Nord facendo i conti con la Lega, definendone condizioni e contesto e su tutto il territorio nazionale col Terzo Polo e segnatamente con l’Udc”.

Insomma, il nodo delle alleanze è tutt’altro che sciolto. Così come il sostegno al governo Monti, che domani riunirà il consiglio dei ministri. Spaesati i più battaglieri, come il portavoce Daniele Capezzone: “La situazione di alcuni milioni di famiglie e di molte centinaia di migliaia di piccole e piccolissime imprese è ormai delicatissima, e i recenti inasprimenti fiscali decisi dall’esecutivo Monti rischiano – aggiunge Capezzone – di innescare una spirale negativa dalle conseguenze tuttora incalcolabili. La politica italiana ha il dovere di rimettere in agenda la questione fiscale: il livello delle tasse in Italia è ormai inaccettabilmente elevato”.

Al contrario, nella maggioranza del governo Monti, i più fedeli si lamentano proprio dell’atteggiamento ondivago del Pdl. E’ il caso di Pier Ferdinando Casini, che pur corteggiato da una parte dei berlusconiani, si è lanciato all’attacco: “E’ surreale come la politica si comporti nei confronti del Governo Monti. Leggendo i giornali, sembra che molti, scampato il pericolo, siano pronti a riprendere le vecchie abitudini. Ma il pericolo è più che mai davanti a noi e, se non cancelliamo le vecchie abitudini, potrebbe travolgerci”. Il partito centrista muove anche sulla scacchiera siciliana: l’Udc siciliano ritira il suo assessore dalla giunta Lombardo e chiude la collaborazione con il Presidente della regione Sicilia.