Secondo l'ingegnere del Ccc eventuali altri ritardi sarebbero imputabili agli equilibri interni alla giunta: "Ma se dovessero trascorrere ancora mesi i costi lieviterebbero"
L’inizio degli scavi per la contestata monorotaia Stazione-Aeroporto – che costerà un centinaio di milioni di cui almeno 30 milioni di denaro pubblico – attende ormai solo l’approvazione, da parte degli uffici di Palazzo d’Accursio, del piano economico finanziario e del progetto esecutivo. Ormai da diversi mesi, era stato fissato e annunciato ai quattro venti da parte del primo cittadino Merola, che a febbraio si sarebbe partiti. Oggi la frenata del giovane assessore Colombo ha spiazzato anche Rita Finzi, l’ingegnere a capo di Marconi express, la società formata dal Consorzio cooperative costruzioni e dalla pubblica Atc, azienda dei trasporti cittadina, che dovrà costruire e gestire l’opera in project financing: “Noi abbiamo sempre parlato dei primi due mesi dell’anno perché eravamo convinti che l’approvazione del progetto avvenisse entro la fine del 2011. L’amministrazione sta andando un po’ lunga”. Il problema, spiega Finzi, “è che se i tempi slittassero, anche solo di sei mesi, i costi e i finanziamenti potrebbero lievitare”. Iniziare ad aprile, sembra dire la ingegnere, non sarebbe un grandissimo problema per i costi, ma basta non si vada oltre. Invece l’interpretazione delle parole di Colombo può essere molto labile e quel “non prevedibile” lascia spazio a diversi dubbi.
La giustificazione di questi tempi lunghi sarebbe dovuta, secondo l’assessore, alla complessità e alla mole dei documenti forniti dai costruttori. “È nostra intenzione dare il via libera a quest’opera di cui siamo convinti, ma avendo prima verificato che sia tutto in ordine dal punto di vista della documentazione, della sicurezza e della sostenibilità, quindi ci prendiamo il tempo necessario – ha spiegato l’assessore Colombo che poi ha concluso – Non è messa assolutamente in discussione la priorità del People mover”.
L’ingener Rita Finzi invece riporta altre due possibile cause dietro questo inatteso ritardo: la prima è l’inattività del direttore della mobilità comunale, Cleto Carlini, per 25 giorni. Una assenza dovuta alla scadenza del suo contratto (poi rinnovato); la seconda è invece una motivazione politica. “Io so che l’assessore al bilancio e vice-sindaco della Giunta Merola, Silvia Giannini, preferirebbe fare iniziare i lavori a compagina societaria definità”. Giannini sarebbe quindi contraria a fare partire i lavori prima che la compagine societaria sia “formalizzata con l’acquisto dei pacchetti azionari”. Merola invece, ipotizza Rita Finzi, sarebbe invece per iniziare i lavori a progetto esecutivo presentato. Poi il riassetto societario verrà nei messi successivi. Per Rita Finzi se passasse la linea ‘attendista’ di Giannini, sarebbe un problema: “I nuovi soci hanno bisogno di tempo, di passare dai loro consigli di amministrazione. Cambiare questo assetto richiederebbe diversi mesi”, ha spiegato alla Giunta Rita Finzi.
Il People mover, la navetta monorotaia che in 7 minuti dovrebbe unire la stazione di Bologna con lo scalo aeroportuale, è da tempo al centro delle polemiche per la sua presunta inutilità (diverse linee ferroviarie passano accanto all’aeroporto e si potrebbero utilizzare per lo stesso tipo di trasporto). Ma c’è poi una importante motivazione economica e finanziaria. Il trenino, che doveva essere costruito e gestito dai privati in project financing, rischia in realtà di essere gestito dalla sola Atc, pubblica, che se ne accollerebbe i rischi e, secondo i patti vigenti oggi, sarebbe destinata a diventare azionista al 100 %.
Da questi strani patti, siglati a inizio 2009 (l’iter dell’opera è iniziato con la giunta Cofferati) derivano le indagini della magistratura, contabile e ordinaria. Poi ci sono anche le proteste del comitato No People mover, che a novembre ha presentato 3.700 firme per una istruttoria pubblica, poi bocciata, sulla grande opera.
Da questi patti deriva sooprattutto la ricerca di nuovi soci. Finzi sostiene che Sab, la società aeroportuale bolognese, starebbe valutando; poi ci sono le cooperative di trasporto, e infine la R.a.t.p., una società pubblica francese, che sembrerebbe interessata a entrare nell’azionariato. Tuttavia finora si parla solo di voci, i tempi per formalizzare potranno essere lunghi e i costruttori scalpitano. Al momento gli accordi con le banche non sono stati ancora conclusi, ma, temono i costruttori, se il tempo passa ancora e non si iniziasse subito, i costi potrebbero ancora lievitare. Già a oggi, secondo le ultime richieste dei costruttori, il biglietto per una corsa (se i lavori partissero puntuali a febbraio), passerebbe da 6,75 a 7,50 euro, mentre la concessione passerebbe da 35 a 40 anni.