I 683 studenti extracomunitari esclusi dalla graduatoria degli atenei emiliano romagnoli per ottenere la borsa di studio regionale, pur avendone i requisiti, sono finalmente stati ascoltati: "Ci hanno detto che finché non si troveranno le risorse per coprire almeno una quota dell’importo di cui ci sarebbe bisogno, ci aiuteranno a mantenerci"
Un primo passo avanti utile a tamponare un’emergenza che riguarda tutti gli atenei di una Regione afflitta dai continui tagli all’istruzione, che negli anni hanno portato ad avere finanziamenti statali più che dimezzati.
Infatti, se tre anni fa lo Stato, per garantire a tutti il diritto allo studio, aveva sovvenzionato l’Emilia Romagna con 23 milioni di euro, quasi la metà di ciò che era stato corrisposto solo sei anni prima, nel 2009 sono arrivati appena 11 milioni e quest’anno 13. “La differenza abbiamo dovuto coprirla noi” ha spiegato l’assessore “e in questi giorni, a fronte della mancanza di risorse utili a riconoscere il 100% delle borse di studio a chi ne ha diritto, anche gli atenei emiliano romagnoli si sono impegnati a fare la loro parte”.
Uno sforzo congiunto tra università, Er.go e Regione che ha portato già i primi risultati e che probabilmente riuscirà a sussidiare almeno in parte chi, a causa del reddito, non può permettersi di studiare.
“Ci hanno detto che finché non si troveranno le risorse per coprire almeno una quota dell’importo di cui ci sarebbe bisogno, ci aiuteranno a mantenerci” ha commentato Jetmir, uno degli esclusi. “Noi siamo coscienti che perlomeno inizialmente non si riuscirà ad aiutare tutti, specie a Bologna dove mancano 1,2 milioni di euro, ma in questo modo vivremo l’attesa più serenamente”. Un sospiro di sollievo in una situazione che sembrava non avere soluzione, almeno nel breve termine, a causa dei tempi burocratici e delle festività natalizie, che rimanderanno ulteriori trattative a gennaio.
In questi giorni, infatti, gli atenei emiliano romagnoli stanno valutando quali sforzi economici mettere in campo per risolvere la questione, ma i risultati saranno resi noti solo nell’anno nuovo. Sforzi diversi da università a università, a seconda del numero di studenti extracomunitari iscritti, più basso a Ferrara e a Parma, dove si prevede di riuscire a coprire tutte le necessità rimaste aperte, più significativo a Modena.
A Bologna, l’ateneo con il carico maggiore, dove sono iscritti 336 studenti esclusi dalla sovvenzione su 683, si attende la delibera del Rettore Ivano Dionigi. Si presume però che la cifra stanziata, con modalità da specificare, riuscirà a coprire solo un quinto degli 1,2 milioni di euro mancanti per garantire a tutti il sussidio, circa 250 – 300.000 euro.
“Ho scritto anche al ministro dell’istruzione Francesco Profumo” ha aggiunto Bianchi “per chiedere uno sforzo anche a livello nazionale. E’ necessario elaborare un piano generale a sostegno di chi viene a studiare in Italia. I ragazzi vivono un periodo di forte solitudine in un paese straniero, lontani dagli affetti, e le istituzioni devono essere presenti”.
Nelle associazioni studentesche intanto si continua a lavorare, a studiare proposte, a elaborare piani per far si che nessuno rimanga escluso dalla sovvenzione, che nessuno si veda negato il diritto allo studio a causa di una crisi economica che sta mettendo in ginocchio tutti i settori produttivi, dal lavoro alla scuola.
“Se tutti investiranno qualche risorsa” ha spiegato Jetmir, portavoce dei colleghi extracomunitari “magari possiamo fare in modo che si riesca a raccogliere quel minimo necessario a vivere e a studiare alla pari degli altri studenti universitari. Purtroppo, per la prima volta, non si è riusciti a raggiungere il 100% delle sovvenzioni erogate a chi ne ha bisogno, si è arrivati al 96,1% e sappiamo che probabilmente non riceveremo l’intero ammontare del sussidio. Ma anche una parte ci basta, se ricevere una borsa di studio di valore inferiore permetterà di evitare che qualcuno rimanga escluso, allora va bene così, ci riterremo comunque soddisfatti”.