Si tratta di gadget distribuiti durante le elezioni comunali a Bologna, ormai passate da un pezzo. Ma nessuno fino a oggi ha notato lo sfregio
Scendendo la prima a scala a destra, dell’ingresso di via della Barca (quello vicino a Villa Serena) della Certosa di Bologna, compaiono infatti alcuni adesivi elettorali riguardanti la scorsa campagna per la poltrona di sindaco. Basta camminare un po’ nei corridoi adiacenti a tale ingresso per notare come addirittura su alcune lapidi, o nelle immediate prossimità delle stesse, siano stati attaccate le etichette di propaganda.
La questione non è legata al numero – piuttosto esiguo e apparentemente circoscritto per la verità – degli adesivi, bensì alla possibilità di compiere e magari reiterare un gesto del genere, violando la dignità di alcuni defunti (fosse anche uno solo).
Inutile è sottolineare l’effetto macabro della propaganda politica in prossimità della foto di un defunto, doveroso è invece auspicare la necessaria velocità nel rimuovere tali adesivi a fronte delle segnalazioni, affinché lo sfregio sia quantomeno di breve durata.
Scorrendo poi altre lapidi in quella ristretta zona, si evince, a causa dell’alone circolare di carta che è rimasto incollato, che si è tentato di rimuovere alcuni di quegli adesivi (forse i parenti stessi, sgomenti e infastiditi). Ma i più soli fra i soli, i morti senza nessuno più in vita, non possono far altro che aspettare che a questa sgradevole circostanza si ponga rimedio.
Ad evidente lume di ragione, nulla hanno a che fare con questo macabro scherzo i partiti e i movimenti richiamati dagli adesivi in questione, e tantomeno è il caso di mettere in discussione l’eccellenza e il buon nome della Certosa di Bologna che non resta certo infangata da uno sporadico gesto di ignoti. Col medesimo lume però, è ragionevole sperare che le istituzioni responsabili – loro stesse vittime di tali vandalismi – facciano in modo che oltre che triste, questo evento diventi irripetibile e impediscano che i corridoi – anche quelli meno in vista e situati, come in questo caso, distanti dall’ingresso principale della Certosa – siano nuovamente oggetto di macabre scorribande.
di Cristiano Governa