Giorni di preghiere e lamenti: chi si accontenta e chi rimpiange il Pil perduto. Poveri negozianti dal Natale magro e meno informato perché i giornali fanno festa e le cronache si ammucchiano sui tavoli, novità da distribuire ai lettori col contagocce: più di tanto non ci sta.
Dalle pagine di provincia e nei resoconti di Haaretz, storico quotidiano israeliano, arrivano notizie trascurate dall’informazione normale: impossibile non metterle assieme anche se in apparenza sembrano lontane. Due pantere della polizia (proprio due) piombano in un discount di Piacenza dopo l’allarme dei proprietari: rapina in corso. Gli agenti inchiodano al muro una signora di 74 anni, pensionata con 480 euro al mese. Sotto gli stracci della borsa due scatolette di tonno, offerta speciale, 40 per cento di sconto: 3 euro e 95 centesimi. La signora aveva provato a rubarle. C’è sempre una prima volta per gli incensurati: i 480 euro erano finiti e la signora si era illusa di mettere in tavola un polpettone di tonno, cena magra della vigilia. Invece si affloscia davanti alle armi spianate e lo sguardo delle signore che fanno la spesa: non regge alla vergogna. Quando riapre gli occhi all’ospedale comincia a pensare come difendersi dalla denuncia di furto aggravato. Non sa bene, proprio bene, cos’è. Ha rubato per fame. Del resto per restare aggrappati all’Europa il governo dei professori stringe le cinghie: non solo delle pensionate da 480 euro, ma di ogni anziano dai soldi contati. Devono portare pazienza.
Mentre l’autolettiga di Piacenza correva al pronto soccorso, nel deserto del Negev cacciabombardieri italiani e israeliani giocavano alla guerra nelle manovre previste dalle missioni Crisis Response Operations. Inseguimenti e lanci di missili di 12 tornado ed eurofighter: tre ore al giorno per 15 giorni fino a quando l’aeroporto meridionale israeliano di Udvat ha ordinato “adesso basta”. I turisti di Natale stavano arrivando nel mar Rosso di Eliat. Bisogna riconoscere che la manovra è stata esemplare, soddisfazione dei bollettini dei due generali comandanti. Per distrazione non precisano quanto è costato il carnevale armato. Nessun documento chiaro, ma la spesa si può ricostruire attraverso le indicazioni dei costruttori. Un’ora di volo di Tornado ed Eurofighter, 50 mila euro. La riservatezza è un capitolo importante degli angeli della morte che vegliano sulla nostra serenità, quindi non sappiamo quante ore al giorno hanno volato anche se i protocolli annunciano un minimo di tre. Tre ore per 50 mila euro fanno 150 mila. Moltiplicati per 15 giorni diventano 2 milioni e 250 mila euro. I nostri aerei erano 12, eccoci ai 27 milioni.
Spese sacrosante: bombardano il terrorismo islamico e il risorgere del comunismo, ma se proviamo a capire quanto tonno è possibile comprare con 27 milioni, la sorpresa quasi assolve la signora di Piacenza: 3 milioni 460984 scatolette da portare a casa. Difficile capire se sia possibile alleviare la disperazione comprando tonno e inchiodando a terra i bombardieri, o se il prestigio militare che le banche sanno pesare senza discrezione, consigli il nuovo ministro della Difesa, ammiraglio con ex incarichi Nato, a tutelare l’onore della patria armata confidando nella virtù da imporre con qualsiasi mezzo alle pensionate che rubano nei discount. L’orgoglio patrio lo esige. Ultimo calcolo: val la pena annullare quei voli per raddoppiare i 480 euro della signora di Piacenza? Quante pensionate si potrebbero rallegrare? Appena 56250. Sarebbero 56250 scatolette risparmiate: moltiplicate per il costo delle pantere degli allarmi 113 combinano una somma di rispetto. Chissà se per risollevare il Pil si può ricominciare così.
Il Fatto Quotidiano, 27 Dicembre 2011