Otto notai esercitano da anni la professione nonostante la Cassazione abbia ritenuto illegittima la loro nomina: i loro atti potrebbero essere dichiarati nulli e per loro il governo Monti ha varato un provvedimento di sanatoria ”ad castam”, dal sapore protezionistico e corporativo, proprio in un momento in cui si discute di liberalizzare le professioni, compresa quella di notaio.
Il decreto, firmato il 29 novembre scorso dal Guardasigilli Paola Severino, ha ‘sanato’ le nomine a notaio di Prisca De Angelis, Paolo Guidi (Roma), Tiziana Bottaro (Genova), Marcello Grossi (Milano), Giuseppe Dottore (Grammichele, Ct), Maddalena Ferrari (Sesto San Giovanni), Paola Gervasio (Roma) e Claudia Licciardello (Randazzo, Ct). Quest’ultima era stata nominata notaio il 12 luglio del 2006 da Alfonso Papa, il dirigente dell’ufficio Affari civili del ministero di via Arenula poi finito in carcere, nonostante una sentenza del Consiglio di Stato avesse bocciato il suo ricorso dopo essere stata ritenuta non idonea dalla commissione di concorso.
Quest’ultimo caso è stato sollevato nel settembre scorso da un’interrogazione firmata dai deputati (Fli) Angela Napoli e Nino Lo Presti. Quella dei notai ‘sanati’ è una storia di prove di esame non superate, ricorsi, sentenze favorevoli e contrarie ed alla fine il bollo implacabile della Cassazione che impedisce a tutti l’esercizio della professione. Gli otto notai partecipano, infatti, tra il ’99 e il 2002 al concorso notarile, non superano la prova preliminare, ma il Tar del Lazio li ammette con riserva alle prove successive. Prove che i candidati riescono a superare. Nel frattempo, però, il Consiglio di Stato dichiara illegittima la loro nomina.
Gli otto candidati si rivolgono quindi alla Cassazione, che ha dato loro torto. Ma sottotraccia, evidentemente, la potente lobby dei notai si muove tra i corridoi della burocrazia di via Arenula riuscendo a portare il provvedimento di sanatoria sul tavolo del neo Guardasigilli. Che alla fine di novembre ha firmato il decreto ritenendo sussistente un ‘interesse pubblico’: lasciare i notai (“che esercitano le loro funzioni da diversi anni”) in un limbo di invalidità della nomina “potrebbe portare ad un notevole contenzioso in relazione alla validità degli atti compiuti”.
Ma anche su questa sanatoria pende la spada di Damocle della nullità: “Oltre ad essere un atto di profonda ingiustizia – sostiene l’avvocato Salvatore Leone Giunta, coordinatore di un comitato di candidati al concorso di notaio che sarebbero dovuti essere ritenuti idonei in base alla nuova normativa a loro applicabile ma secondo lui esclusi, illegittimamente, dalla prova orale – il decreto del ministro è a mio avviso viziato da nullità: l’articolo 21 septies della legge 241 del 1990 parla chiaro: e’ nullo il provvedimento amministrativo che manca degli elementi essenziali, che è viziato da difetto assoluto di attribuzione, che è stato adottato in violazione o elusione del giudicato, nonché negli altri casi espressamente previsti dalla legge”.