Accusato di corruzione, si vede bloccare la “liquidazione” da consigliere regionale: una somma di tutto rispetto, pari a circa 340 mila euro. Succede a Franco Nicoli Cristiani, vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia, finito in carcere nell’ambito di un’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti speciali. In accordo con la giunta guidata da Roberto Formigoni, il Consiglio regionale ha disposto “il fermo amministrativo – spiega un comunicato – dell’intera somma maturata dall’ex consigliere Franco Nicoli Cristiani a titolo di indennità di fine mandato, sino alla conclusione delle indagini preliminari o, nel caso di rinvio a giudizio, sino alla pubblicazione della sentenza di primo grado”.
Poco dopo l’arresto, l’esponente del Pdl si è dimesso dal consiglio, dove era stato eletto per la prima volta nel 1995. E a questo punto la sua liquidazione si dovrebbe aggirare intorno ai 340 mila euro. La Regione, che si costituirà parte civile contro il politico, si riserva “di modificare l’entità della somma oggetto di fermo amministrativo” a tutela di futuri risarcimenti connessi a questo e a eventuali altri procedimenti penali contro l’ex vicepresidente dell’assemblea.
Franco Nicoli Cristiani è stato arrestato il 30 novembre nella sua abitazione di Brescia, dove i carabinieri hanno trovato due buste contenenti un totale di 100 mila euro in banconote da 500, ricevuti secondo l’accusa dall’imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli per sbloccare l’iter autorizzativo di una discarica.