"E' la prima volta in Italia che si fa una selezione pubblica per la nomina di un vicesindaco", dice il primo cittadino di Salemi. "Ho pensato a una soluzione che superi i confini della politica tradizionale e il disorientamento dei partiti''. Alessandra Notarbartolo, tra le fondatrici di "se non ora quando", attacca: "Nessuna richiesta di professionalità, nessun titolo o esperienze attinenti. E' una vergogna"
Un concorso pubblico per scegliere il vicesindaco. A partecipare potranno essere soltanto le donne di un età compresa tra i 25 e i 45 anni: l’età e il sesso sono infatti i requisiti fondamentali pena l’esclusione dalla selezione. Il curioso bando è stato indetto dal critico d’arte Vittorio Sgarbi, che dal 30 giugno 2008 è sindaco della città di Salemi. Non riuscendo a mettersi d’accordo con i consiglieri comunali per scegliere il suo nuovo vice, Sgarbi ha deciso di bandire il provocatorio concorso. “E’ la prima volta in Italia che si fa una selezione pubblica per la nomina di un vicesindaco – dice il primo cittadino di Salemi -. Dopo un incontro con i consiglieri comunali di maggioranza, verificate le difficoltà politiche per la scelta, nella prospettiva di rilanciare l’attività amministrativa in un momento di particolare attenzione per la prossima pubblicazione del bando del progetto Case a 1 euro, ho pensato a una soluzione che superi i confini della politica tradizionale e il disorientamento dei partiti”.
Nella nota diffusa dal comune di Salemi sono contenuti tutti i dettagli per la partecipazione all’inedito bando pubblico. Le domande di partecipazione dovranno corredate di curriculum e foto e dovranno essere spedite entro il 20 gennaio alla mail ufficiale del sindaco di Salemi (vittoriosgarbi@cittadisalemi.it). Le donne partecipanti dovranno essere lontane da qualsiasi partito politico. Entro il 30 gennaio saranno scelte dieci partecipanti che verranno esaminate da un apposita commissione “I curricula – spiega Sgarbi – verranno esaminati da una commissione composta dal consigliere comunale Fabrizio Gucciardi, dall’ingegnere Giuseppe Ilardi, dall’avvocato Fabio Cinquemani, con il “concorso esterno” di Gianni Pompeo e Italo Bocchino, ovvero il sindaco di Castelvetrano e il deputato del Fli”.
Immediata è arrivata la smentita del capogruppo dei finiani alla Camera che in un comunicato scrive di “non essere mai stato contattato dal Comune di Salemi in merito alla nomina del vicesindaco né ho intenzione di prender parte ad alcuna commissione, ritenendo che le scelte dei vertici amministrativi degli enti locali spettino alla responsabilità della politica e che non possano essere sostituite da attività concorsuali”.
Più seccata invece la replica del sindaco di Castelvetrano Gianni Pompeo che recentemente era entrato in polemica con il sindaco di Salemi rispetto all’atteggiamento irriguardoso tenuto da quest’ultimo nei confronti del prefetto di Trapani Marilisa Magno.
“Mi ero riproposto di non replicare più alle trovate di Sgarbi – ha detto il sindaco di Castelvetrano – ma a questo punto mi sembra che stia superando il limite. E’ evidente che non ci sarà alcun concorso e la sua è soltanto una volgare provocazione. Ha tirato in ballo sia me che l’onorevole Bocchino soltanto perché i nostri cognomi hanno un’assonanza con parole volgari che rimandano a concetti sessuali. Credo che anche Cinquemani sia stato inserito in questa fantomatica commissione solo per la connessione del cognome con pratiche sessuali. Sgarbi con le sue trovate vuole soltanto irridere le istituzioni”.
Il sindaco di Salemi però sembra convinto della possibilità di scegliere il suo vice mediante concorso: “La decisione di indicare una donna – ha aggiunto – risponde alle necessità di garantire le quote rosa e le pari opportunità. Sono invitate a partecipare al concorso le donne che non abbiano esplicite implicazioni di partito”.
Parole che non sono piaciute neanche ad Alessandra Notarbartolo, una delle fondatrici del movimento Se Non Ora Quando? “A parte la evidente incostituzionalità, – dice la Notarbartolo -visto che esiste una legge che regola le quote rosa, a parte il chiaro contrasto con le pari opportunità, che ricordo non valgono solo per le donne ma per tutte le categorie con difficoltà di rappresentanza, i criteri di ammissibilità al concorso sono vergognosi. Nessuna richiesta di professionalità specifiche, nessun titolo o esperienze attinenti. La restrizione dell’età a 45 anni, poi, – continua la Notarbartolo – è un chiaro segnale del baratro etico e culturale in cui versa questo paese. Trovo gravissimo che il sindaco Sgarbi possa fare impunemente una dichiarazione del genere. Trovo gravissimo che venga addirittura istituita una commissione di valutazione (per valutare cosa, mi domando, visto che non è richiesto alcun titolo? prenderanno le misure seno-fianchi-cosce?) e trovo grave anche la demonizzazione dei partiti, chiaramente strumentale in questo caso, che testimonia l’arroganza di quel potere ormai slegato da ogni forma di democrazia partecipata”.