In ragione dei diritti acquisiti, nonostante gli inviti alla sobrietà, anche quest’anno la Casta ha ricevuto i regali di Natale da Gesù Bambino. Con l’aiuto, peraltro retribuito, di un diavoletto infiltrato in Paradiso, siamo venuti in possesso dell’elenco dei doni e dei relativi destinatari.
Ci sembra da sottolineare il fatto che nessun dono sia stato destinato ai sobri ministri del governo tecnico.
Il sobrio Natale della Casta
Infiltrato, un diavoletto,
dietro pagamento, ha detto
cosa ha messo sotto il pino
di Natal Gesù bambino
ai vampiri della Casta.
Un’acconciatura rasta
a quel capellon di Bondi.
Dieci editoriali immondi
ad Augusto Minzolini.
Dopo Azzurra, per Casini,
una Bianca e una Violetta.
La prolunga per Brunetta.
A Dell’Utri uno stalliere.
Una cella e un carceriere
a Tedesco ed a Penati.
A Maroni tre immigrati.
Un Corano a Calderoli.
A Cuffaro tre cannoli.
Una bussola a Bersani.
A Veltroni sei africani
che gli cantano: “Ti adoro
come un bel vitello d’oro”.
Un massaggio a Bertolaso
e di bile un gran travaso
all’ignobile Borghezio.
Un volteggio sul trapezio
a Carlucci e Scilipoti,
i funamboli dei voti.
A Gasparri un’altra faccia.
A La Russa una squadraccia.
Del bromuro a Santanché.
Due divise da lacché
al duo Vespa-Capezzone.
A Verdini la missione
di svuotare la sua banca
fino all’ultima palanca.
A Scajola la memoria.
A Napolitan la gloria.
A Bocchino la Carfagna.
A Sacconi una lavagna
per segnar buoni e cattivi.
A Di Pietro i congiuntivi.
A Minetti un cadreghino.
A Cicchitto un grembiulino
e un magnifico compasso.
A Brambilla, Satanasso,
delle calze autoreggenti
con il braille per non vedenti.
A D’Alema tre velieri.
A Marina i fondi neri
per le aziende di papà.
A Frattini un bla bla bla.
A Belpietro un altro mento.
A Tremonti un fallimento.
A Renata Polverini
dei compensi truffaldini.
Cento firme false a Cota.
Un diploma a Renzo, il Trota.
A Schifani tre picciotti
ed a Ruby tante notti
senza fare una marchetta.
Un rosario a Gianni Letta,
a Rutelli e a Formigoni.
Una troia a Berlusconi,
delle scarpe col tacchetto
ed il ponte sullo Stretto.
Al Padano un po’ malmesso
un figliolo meno fesso.
Un mafioso per Lunardi.
Tre finocchi a Giovanardi.
Alla bischera Gelmini
un bel tunnel coi neutrini
e una lingua a formichiere
per leccare il Cavaliere.
Ad Alfano, il segretario,
una foto del Calvario
ed un fascio ad Alemanno.
“Gesù, portaci un altr’anno
una legge elettorale
non studiata da un maiale,
una scheda, una matita
e la Casta parassita
degli ignobili cialtroni
manderem fuor dai coglioni!”