“Tribunali del popolo contro il governo” ha tuonato Calderoli, impegnato nel difficile tentativo di far dimenticare alle genti padane che proprio loro sono stati il servizio d’ordine di “Arcore ladrona”, con tutto il rispetto per i civili abitanti di quella località che, purtroppo, ospita il miglior amico suo e di Bossi.
Quel “giustizialista” di Calderoli invoca ora il tribunale del popolo ma, sino a qualche giorno fa, ha fatto il palo a quelli che volevano scappare dai tribunali ordinari.
Come hanno votato le guardie padane quando Berlusconi e i suoi avvocati hanno sostenuto la tesi del povero vecchio costretto a chiamare in questura per salvare la nipote di Mubarak?
Dove stavano quando si votavano le norme ad personam e ad aziendam?
Chi ha sostenuto tutte le leggi bavaglio?
Chi ha salvato dalla galera i deputati inquisiti votando sempre e comunque con gli amici degli amici?
Non abbiamo una particolare simpatia per il governo Monti, ma il tentativo in atto di cancellare la memoria della strage di legalità dell’ultimo ventennio non deve essere sottovalutato, perché al banco di regia siedono sempre gli stessi protagonisti.
In ogni caso se davvero Calderoli e le guardie padane hanno intenzione di onorare i tribunali e la legge, basterà che diano il loro voto favorevole alla richiesta dei magistrati di poter procedere liberamente nei confronti dell’ex sottosegretario Cosentino, un fedelissimo di Berlusconi, più volte salvato proprio dal voto delle guardie padane in parlamento.
Dal momento che si tratta degli stessi giudici da tutti celebrati per gli arresti di Zagaria e di altri componenti del clan dei casalesi, non sarà facile spiegare neppure alle “genti del Nord” perché mai quei magistrati siano cattivi e inaffidabili solo quando sfiorano un politico, settentrionale o meridionale che sia.
In attesa dei tribunali del popolo, Calderoli e suoi potrebbero iniziare a rispettare i tribunali della repubblica.