Dove lo Stato non arriva, ci pensano i privati, che col tempo si sono trasformati negli operatori sociali del nuovo millennio. E quando si parla di disabilità, la situazione è ancora più critica, con molte famiglie che non ricevono alcun tipo di assistenza o che devono aspettare anni prima di ottenerla, e spesso non è sufficiente. Per offrire un’alternativa è nata Baby-Xitter, una realtà che offre il primo servizio in Italia di baby sitter a domicilio per bambini “diversamente abili” a Torino, ad Arona e a Senigallia, nelle Marche.
“L’idea dell’associazione mi è venuta basandomi su una mia esigenza personale”, spiega Gianni Del Corral, presidente e fondatore di Baby-Xitter. “Nel 2006 mi sono trovato ad aver bisogno di un aiuto per mio figlio, che allora aveva tre anni, affetto dalla sindrome dell’X fragile. Abbiamo dovuto aspettare molto tempo prima che i servizi sociali ci dessero un supporto, e nel frattempo ci siamo dovuti rivolgere a delle semplici baby sitter. Ad un certo momento ho pensato a quanto sarebbe stato bello avere in casa una persona che, oltre a curarlo, sapesse come relazionarsi con lui, sfruttando quelle ore anche da un punto di vista formativo, educativo e psicologico”.
In poco tempo, Del Corral si è reso conto che erano tante le coppie ad avere la stessa esigenza. “Bisogna essere particolarmente competenti per potersi prendere cura di questi bambini, e purtroppo non tutti lo sono: se in casa c’è una persona preparata si possono ripetere alcuni esercizi indispensabili per lo sviluppo, ad esempio di logopedia, che vanno ad aggiungersi alla normale terapia”, continua Del Corral.
L’inizio è stato una specie di salto nel buio: qualche annuncio su riviste specializzate e negli uffici di collocamento per cercare i primi iscritti, e poi sono arrivati i contatti con psicologi, medici e counseler, per dar vita al primo corso di formazione organizzato nel 2006. Circa cinquanta ore passate ad ascoltare le parole degli esperti e le esperienze personali dei genitori, assimilando i consigli su come relazionarsi sia con i loro che con i piccoli e qualche dettaglio pratico per migliorarne le capacità. Il corso fino all’anno scorso era praticamente gratuito grazie ai finanziamenti ottenuti dalla Compagnia di San Paolo: da quest’anno la nona edizione che partirà a gennaio costerà sui 150 euro, ma chi supera la selezione all’ingresso e arriva alla fine delle lezioni, il più delle volte ha un posto di lavoro assicurato.
Un particolare che, in tempi di crisi, può fare la differenza per i numerosi precari che popolano il mondo dell’educazione e della psicologia: “Ero in attesa di discutere la tesi, avevo qualche mese libero, cercavo qualcosa che mi stimolasse e mi sono abbattuta in Baby-Xitter”, racconta Roberta Bersezio, giovane psicologa di 26 anni che da un anno circa si occupa tutti i giorni per quattro ore di un bambino affetto di un disturbo pervasivo dello sviluppo sullo spettro autistico. “Dopo aver frequentato il corso ho fatto un colloquio con Gianni, e da allora non li ho più lasciati: è un’esperienza molto forte e complicata, ma allo stesso tempo è bella e coinvolgente perché entri a far parte della famiglia”.
Oggi tra Torino e provincia sono circa 35 le coppie che fanno affidamento su questo servizio: il costo medio orario è di circa 7 euro, più o meno come una normale tata, ma se si considera che per questi genitori i costi tra medici, specialisti e quant’altro sono altissimi, l’associazione è diventata un salvagente, anche economico. “Quando dovevo per forza rientrare a lavorare dopo la nascita del piccolo, ho richiesto ai servizi sociali un aiuto per avere qualcuno che si occupasse di lui mentre io ero fuori casa, ma in un anno non ho ottenuto nessuna risposta”, commenta Sonia, una mamma che ha trovato in Baby Xitter la sua ancora di salvezza personale, “i miei genitori non potevano aiutarmi, e non sapevo proprio a chi rivolgermi: poi ho incontrato Gianni, e ho trovato non solo una soluzione ai miei problemi, ma anche un posto dove poter avere un supporto psicologico, legale ed emotivo”. Il progetto da Torino è stato esportato in altre zone, e in futuro potrebbero arrivare nuove sedi in Liguria o nel Lazio: per ora oltre al Piemonte ci si può rivolgere a Baby Xitter nelle Marche, nell’area turistica di Senigallia.
di Mariaveronica Orrigoni – Fps Media