Sul confine con la Svizzera code così non si vedevano da più di dieci anni, da quando in Lombardia era stata introdotta la carta sconto benzina, pensata proprio per contrastare il pendolarismo del pieno. Con gli aumenti introdotti dal governo Monti e i rincari alla pompa, il fenomeno ha ripreso con più vigore di prima. Sono 40 i centesimi al litro che si risparmiano per la verde (un vantaggio che si riduce a 25-30 centesimi per i titolari di carta sconto). Per la prima volta anche il rifornimento di gasolio è diventato più conveniente nei benzinai elvetici rispetto a quelli italiani, 20 centesimi al litro il risparmio medio. Così da questa parte del confine i benzinai lamentano cali vertiginosi di vendite, anche del 40%: “Ormai qui si fa solo il rabbocco, i 5 o 10 euro, il pieno lo fanno tutti in Svizzera, risparmiando anche 20 o 25 euro, chi non lo farebbe?”. Dall’altra parte del confine gli operatori stappano lo spumante e accolgono a braccia aperte le frotte di automobilisti che ogni giorno si incolonnano alla dogana, in nome del consistente risparmio che si ottiene: “Io faccio quattro pieni al mese – spiega un automobilista varesino – a 25 euro al pieno sono 100 euro al mese che mi tengo in tasca e di questi tempi non è poco”. di Alessandro Madron
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Caro-benzina, italiani in coda al confine con la Svizzera
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