“C’è l’accordo per i licenziati dei treni notte licenziati dopo le soppressioni di Trenitalia”. Ma all’annuncio di Regione non corrisponde la soddisfazione dei lavoratori. E i sindacati si spaccano. E’ stato siglato ieri l’accordo per il ricollocamento dei 152 lavoratori della ex Wagon Lits, sottoscritto dopo oltre 13 ore di trattativa in Regione Lombardia, dagli assessori regionali Raffaele Cattaneo (Infrastrutture e Mobilità) e Gianni Rossoni (Istruzione, Formazione e Lavoro) e dai rappresentanti sindacali di Cisl, Uil, Ugl, Fast ferrovie, il Gruppo delle Ferrovie dello Stato, Trenord e le aziende Wasteels e Angel Service. Non hanno aderito, invece, i rappresentanti di Cgil e Fastferrovie e gli stessi lavoratori (l’80 per cento dei quali è rappresentato da Cgil), riuniti ieri in assemblea, lo hanno respinto proseguendo la protesta.
Stefano Malorgio, segretario generale della Filt Cgil di Milano, spiega: “Non abbiamo firmato perchè non riteniamo soddisfatte le richieste e così i lavoratori che hanno deciso in blocco di continuare le proteste. Noi chiediamo che si produca un documento da inviare al Governo volto a ripristinare un servizio essenziale com’è quello dei treni notte e che la contrattazione venga discussa a livello nazionale e non in sede locale. Oltre ai 152 lavoratori lombardi, infatti, con la soppressione dei treni notte sono rimasti senza lavoro altre 700 persone nel resto del paese. Accettando questo accordo avremmo messo una pietra tombale alla loro situazione e li avremmo abbandonati. In ogni caso non siamo nemmeno rimasti soddisfatti delle condizioni che venivano concesse ai lavoratori lombardi: si proponevano contratti a termine che dovevano essere assicurati da aziende in appalto le quali non hanno avuto libertà di scelta e non hanno potuto dare garanzie concrete”.
Per l’assessore Cattaneo, invece, l’accordo sottoscritto è “un accordo serio e concreto che permette il riassorbimento di tutti i 152 lavoratori lombardi rimasti senza un impiego, alcuni dei quali con contratto a tempo indeterminato già a partire dal 31 gennaio 2012. Questa vicenda – ha ricordato Cattaneo – non riguardava direttamente Regione Lombardia, ma non potevamo rimanere indifferenti davanti a una situazione di allarme sociale. Sorprende che la Cgil, dopo aver partecipato al tavolo fino alla fine, non abbia poi sottoscritto un accordo che nei fatti risolve il problema della disoccupazione di questi operai. Probabilmente il loro non è stato un lavoro dettato dall’interesse di reimpiegare i lavoratori, ma da motivazioni di altra natura”. Pronta la replica di Malorgio: “In realtà è stato molto grave che gli altri sindacati abbiano aderito e firmato il contratto senza aver nemmeno consultato i lavoratori. Probabilmente avranno avuto i loro interessi e il loro tornaconto”.
Il piano, così com’è stato sottoscritto ed è stato comunicato dai firmatari, prevede che 45 lavoratori siano assunti a tempo indeterminato entro il 31 gennaio 2012 da Angel Service per l’esercizio del servizio notte (accompagnamento a bordo treno e mantenimento del decoro e della pulizia); 35 siano assunti a carico delle imprese che gestiscono appalti per conto di Trenitalia per attività di pulizia decoro e micromanutenzione; 25 siano a carico delle imprese che gestiscono appalti per conto di RFI per le Sale blu, pulizia decoro e manutenzione delle stazioni; 30 lavoratori a carico di Trenord siano assunti entro 31 marzo 2012 per manutenzione, personale di bordo e assistenza passeggeri; 5 a carico di ATM entro il 31 marzo 2012 per le manutenzioni. Per i restanti 16 lavoratori di RSI la soluzione verrà individuata in sede nazionale. “Il problema è che non c’è nessuna trattativa avviata a livello nazionale – conclude Malorgio – e a queste sedici persone non sono riusciti nemmeno a trovare una collocazione temporanea, a termine o in aziende in appalto. Restano semplicemente tagliate fuori”. I presidi alla stazione centrale di Milano, dunque, continuano ed i tre operai che dall’8 dicembre sono appostati a 30 metri di altezza, su una torre vicina al binario 21 e sono diventati il simbolo della protesta, continueranno a mainfestare il loro dissenso insieme agli altri lavoratori licenziati.