Il presidente del governo di transizione libico Abdel Rahim al-Kib comunica che l'annunciata revisione degli accordi con la multinazionale italiana, siglati con Gheddafi, riguarderà soltanto i progetti di sviluppo sostenibile
La precisazione si era resa necessaria dopo la diffusione di notizie di stampa secondo cui la Libia sarebbe stata in procinto di rivedere i contratti siglati da Eni in campo energetico. Quattro giorni fa, infatti, in una nota dell’ufficio del Primo ministro del nuovo governo libico si leggeva: “Il capo del governo di transizione Abdel Rahim al-Kib ha informato l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, incontrato mercoledì, che i contratti firmati tra il gruppo e il vecchio regime saranno rivisti e riesaminati conformemente agli interessi del nostro paese prima di essere applicati. Le compagnie straniere che lavorano in Libia dovranno provare che sono partner della Libia e non di Gheddafi e del suo regime. Per questo anche l’Eni dovrà avere un ruolo significativo nella ricostruzione delle città distrutte dalle forze di Gheddafi”.
Il comunicato diffuso ieri chiarisce che le revisioni riguarderanno soltanto i progetti di “sviluppo sostenibile siglati nel 2006 e nel 2010” e non, quindi, i contratti che riguardano gli accordi sui rifornimenti di petrolio e di gas.