Il sindaco Virginio Merola l’aveva annunciato, ma il centrosinistra, la maggioranza che lo appoggia, ha detto no. Il conferimento della cittadinanza onoraria all’ex commissario Anna Maria Cancellieri ha trovato un ostacolo a Palazzo d’Accursio e il Pd,  per approvarla nel consiglio di lunedì prossimo come se fosse una formalità, si è trovato solo. Contrariamente alle previsioni, infatti, è arrivato lo stop degli alleati, Sel e Idv, che hanno dichiarato di volerne “discuterne in commissione”, e la promessa del sindaco, formulata in campagna elettorale diversi mesi fa, dovrà attendere per essere mantenuta.

Sinistra e libertà sostiene che Pd e sindaco fossero già stati informati, e che la volontà di istituire una commissione fosse nota. Del resto, ha commentato Cathy La Torre, consigliere comunale, “questa non è una priorità, decideremo più avanti cosa fare, dopo averne discusso internamente e aver valutato la situazione. Anche perché con le vacanze natalizie non abbiamo ancora avuto modo di riunirci e raccogliere le condivisioni. Solo allora prenderemo una decisione”.

E non sorprende la reticenza manifestata in Comune dalla sinistra di Amelia Frascaroli, visto che nel corso del governo Cancellieri il partito aveva trovato con il commissario diverse ragioni di attrito, tanto che quando venne eletto Virginio Merola e la lady di ferro salutò la città tra mazzi di fiori e cioccolatini, dichiarò che in fondo non aveva lasciato una così grande impronta.

A sorpresa, però, è arrivato il passo indietro del Pdl che, privo di candidato a pochi mesi dall’inizio della campagna elettorale, l’aveva pressantemente corteggiata affinché si facesse avanti. Ed era stata proprio la Cancellieri, esasperata, a dichiarare “Non voglio essere strattonata. La mia posizione l’ho già detta, e non è mai cambiata”.

Oggi invece, sembra che siano i pidiellini a non volerla strattonare. La cittadinanza onoraria, ha spiegato Marco Lisei, capogruppo in Comune, potrebbe metterla in difficoltà e farla sentire sotto pressione.

Contraria anche la Lega Nord, che ha drasticamente bocciato l’idea definendola inopportuna e non adatta all’incarico che l’ex commissario ricopre oggi per lo Stato. Meglio Grisham, ha commentato Manes Bernardini, ex candidato sindaco per il partito padano, l’aver ambientato un libro a Bologna potrebbe costituire un ritorno di immagine per tutta la città.

Ma la questione su quello che sembrava essere un atto formale, probabilmente, nasce da lontano. Sono mesi che Pd e alleati non la pensano più allo stesso modo. Quasi su niente. People Mover, consulta per la famiglia, gay pride, persino l’intitolazione di una via a Marcella di Folco. E il tutto avviene dopo soli sette mesi di governo.

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