Nessuna ipotesi di dimissioni, né di abbandono del Movimento cinque stelle. Dietrofront del consigliere dell’Emilia Romagna Andrea Defranceschi, che smentisce le notizie circolate questa mattina circa un suo possibile abbandono dell’attività politica, in seguito alle polemiche dei giorni scorsi. Il lavoro in Regione va avanti, anche se gli attacchi ricevuti lasciano un po’ d’amarezza. “La delusione c’è sicuramente. È umano, ma passerà molto velocemente” ammette Defranceschi, che confessa anche di non essersi sentito con Beppe Grillo nelle ultime settimane.
Secondo il consigliere, quel “momento di riflessione” di cui si è parlato sulla stampa locale sarebbe più che altro una pausa personale, che non andrebbe a compromettere l’impegno politico. “Si è creata una situazione – spiega ancora il consigliere – che psicologicamente proverebbe chiunque, è solo questione di recuperare le energie non le motivazioni”.
Allarme rientrato quindi all’interno del Movimento. “Non esistono divisioni e nemmeno correnti – sottolinea il consigliere Giovanni Favia – c’è stata una serie di fraintendimenti perché non siamo abituati ad avere i riflettori puntati addosso”. Il gruppo in Regione nega poi l’esistenza di frizioni tra gli eletti a Palazzo d’Accursio e quelli in viale Aldo Moro, e per dimostrarlo convoca una conferenza stampa insieme al consigliere comunale Marco Piazza. “E ci sarebbero anche Federica Salsi e Massimo Bugani se non fossero in vacanza”. La conferenza, oltre a fugare le voci su un possibile abbandono del consigliere, è stata occasione per presentare un progetto di legge regionale per chiedere l‘abolizione delle indennità e dei vitalizi dei consiglieri regionali, sottoscritto dall’intero Movimento. “Ennesima battaglia di un gruppo di lavoro unito, che non si è mai fermato” aggiunge Favia.
Se è vero che ora il caso sembra chiuso, gli attacchi degli ultimi giorni hanno lasciato comunque il segno, tanto che Defranceschi non nasconde la delusione. “Ne fai una giusta e ti lodano in due, ne fai una sbagliata e ti sputano in cento – commenta – ma si tratta di un sentimento passeggero”. L’attività di Defranceschi e Favia è stata bersaglio di diverse critiche, arrivate sia da una parte degli attivisti del Movimento, sia da alcuni eletti, sia da Beppe Grillo.
La vicenda inizia a ridosso delle feste natalizie, quando il consigliere del M5S firma una risoluzione che chiede al presidente Vasco Errani di impegnarsi per nel salvataggio del quotidinao l’Unità, da tempo in grave stato di crisi. La reazione del comico genovese arriva il giorno successivo sotto forma di una attacco durissimo al consigliere. “Il 2012 non sarà del tutto negativo – scrive Grillo sul suo blog – Porterà in dono anche la chiusura di molti giornali finanziati con soldi pubblici, veri cani da guardia dei partiti. Se qualche esponente del Movimento 5 Stelle la pensa diversamente non è un problema – conclude il comico genovese riferendosi nello specifico al caso Defranceschi – Il Pdmenoelle lo accoglierà subito tra le sue braccia”.
Subito gli attivisti si scatenano in rete: c’è chi chiede la testa di Defransceschi, reo di sostenere il finanziamento pubblico ai giornali venendo così meno alle idee che ispirarono il V2day, e chi si distacca dai toni di Grillo chiedendo di essere più conciliante. La questione finisce sulla stampa locale e presto si allarga. Massimo Bugani, consigliere del Comune di Bologna, chiede di rivedere la gestione dei soldi che arrivano dalla Regione. I due consiglieri in Emilia Romagna, Giovanni Favia e Andrea Defransceschi, ogni mese infatti si autoriducono lo stipendio portandolo a 2700 euro, versando il resto al Movimento. Un sistema che non piace a tutti: “I soldi non devono restare sul conto degli eletti – dice Bugani –. Serve più trasparenza. Meglio creare un associazione ad hoc per gestirli”.
E proprio sulla questione dell’autoriduzione degli stipendi oggi sono intervenuti sia Favia sia Piazza. “Non si può creare un’associazione perché non è previsto dal non-statuto, e questa al momento è l’unica soluzione intelligente. Ma tutto viene messo in rete, punto per punto, e gestito in maniera assolutamente trasparente”.
All’inizio del suo mandato Defranceschi era già stato al centro di una polemica, legata all’esclusione di Sandra Poppi. Dopo le elezioni regionali del 2010, che hanno portato fatto guadagnare al Movimento due consiglieri in Emilia Romagna, l’assemblea degli attivisti aveva deciso di affiancare a Favia proprio Andrea Defranceschi, lasciando così a casa l’altro candidato primo dei non eletti, ossia la modenese Poppi. Ne scoppiò un bagarre, fomentata in particolar modo da Vittorio Balestrazzi, ex- capogruppo al Comune di Modena del Movimento, che parlò di “scelta fatta a totale dispregio dei voti dei cittadini”.