Il manager è stato ascoltato dai pm che indagano sulla raccolta dell'immondizia e su alcuni intrecci clientelari nella gestione dei subappalti. Un'inchiesta nata prima dell'avvento di de Magistris e che ha già fatto registrare arresti e sequestri
Raphael Rossi, l’ex manager di Asìa, la municipalizzata dei rifiuti di Napoli, è stato sentito nella serata di martedì dai pm che indagano sulla gestione della raccolta dell’immondizia e su alcuni intrecci clientelari nella gestione dei subappalti. Il verbale si è chiuso alle 23 (in un primo momento pareva che l’audizione dovesse essere rinviata). L’inchiesta condotta dal pool dell’aggiunto Giovanni Melillo è stata aperta ben prima dell’avvento dell’amministrazione de Magistris ed è andata avanti in questi ultimi 12 mesi tra arresti, sequestri e numerose verbalizzazioni. Rossi, che nei giorni scorsi è stato avvicendato dal sindaco di Napoli dalla guida dell’azienda, ha risposto anche a domande relative alle 23 assunzioni in Asìa di ex dipendenti del bacino Napoli 5. Assunzioni che secondo alcune indiscrezioni sonno tra le ragioni segrete di un licenziamento non adeguatamente motivato da de Magistris. La scarsa chiarezza sull’avvicendamento di Rossi ha scatenato un mare di polemiche. Il manager venuto da Torino era uno dei simboli della rivoluzione arancione. E de Magistris ha dovuto incassare le critiche di numerosi ambienti che l’hanno sostenuto e persino quelle dell’autore di Gomorra Roberto Saviano.
Davanti ai magistrati, Rossi ha ribadito di essersi opposto alle 23 nuove assunzioni, perché ritenute inutili, non funzionali alle esigenze dell’azienda. E ha messo a verbale di essersi trovato ‘solo’ a guidare una società priva di risorse, lenta, tecnicamente inadeguata. Le assunzioni furono rese possibili da una delibera di giunta. Ma secondo il giuslavorista Giuseppe Ferraro, presidente di Asìa nel 2003, dal punto di vista tecnico non andavano fatte. In un’intervista a Fabrizio Geremicca del Corriere del Mezzogiorno, Ferraro spiega di essere stato contattato da Asìa per un parere legale su quella delibera. “Lo scrissi a metà novembre ed era un parere negativo. Due anni e mezzo fa quegli ex dipendenti rinunciarono ad essere assorbiti da Asìa adducendo il timore di perdere alcune prerogative contrattuali e previdenziali”. Non assorbiti dalle altre amministrazioni pubbliche, sono stati infine ‘ripresi’ in Asìa alla scadenza degli ammortizzatori sociali. “Giuridicamente però scrivo che quella delibera è problematica, consegnai il parere richiesto ed ebbi modo di incontrare Rossi. Quando l’ho conosciuto, ho capito che sarebbe durato pochissimo. Esprime un’ottica di sana imprenditorialità. E’ una persona per bene e seria. Pensava di realizzare operazioni imprenditoriali, con una impostazione fortemente innovativa, e manteneva una sua autonomia”.