Raphael Rossi, da qualche giorno, non è più presidente dell’Asìa, l’azienda del Comune di Napoli che si occupa della raccolta dei rifiuti. Arrivato da Torino appena sei mesi prima per volontà del neo sindaco Luigi De Magistris, sembrava candidarsi ad essere una delle facce nuove della “rivoluzione arancione”. Il giovane dirigente, infatti, era l’uomo che all’Amiat di Torino aveva rifiutato una ricca tangente per far sì che l’azienda si dotasse di un macchinario di 4,2 milioni di euro assolutamente inutile. Lui disse “no” al dirigente che gli offriva il regalo per chiudere un occhio e denunciò. Risultato: dopo i rinvii a giudizio dello scorso febbraio (e un patteggiamento), il 12 gennaio inizia il processo a Torino. E lui sarà lì, con tutto che il Comune di Torino non si è costituito parte civile nel processo. Per questo premette: “Mi lascia perplesso che, di fronte a una tangente, nessuno, tranne Marco Travaglio, abbia avuto il coraggio di criticare il sindaco di Torino. Mentre adesso, per il solo fatto che io non sono più presidente di Asìa, si attacchi a testa bassa De Magistris. Allora non si mosse un decimo di quello che si sta muovendo ora, e c’era di mezzo una vicenda di tangenti”.
Probabilmente c’è stato un difetto di comunicazione…
È stata una comunicazione frettolosa, la notizia era filtrata e non abbiamo avuto tempo di fare un corretto passaggio di consegne.
Nessuno poi si immaginava potesse essere allontanato dopo soli sei mesi…
Sei mesi a Napoli non sono pochi. Corrispondono a tre anni a Torino. Il sindaco mi ha dato pieni poteri e con quelli abbiamo iniziato ad affrontare l’emergenza, costruendo la normalità. Crescere dal 16% di raccolta differenziata di maggio al 22 % è un risultato eccellente, così come servire con il “porta a porta” 240. 000 abitanti. Tutto questo è stato merito anche di Raffaele Del Giudice, che oggi è presidente di Asìa. Raffaele è una persona vera e lavorerà in totale continuità.
Non su tutti i temi. Il neo numero uno di Asìa non farà le barricate per evitare di assumere in azienda i 21 lavoratori dell’ex “consorzio di bacino Na 5” come ha fatto lei…
Il Consiglio comunale di Napoli ha votato all’unanimità che Asìa assorbisse queste persone, età media 53 anni. Io ritenevo che questa non fosse una soluzione utile all’azienda.
Il videsindaco di Napoli e assessore all’Ambiente Tommaso Sodano ha parlato di “vicende umane delicate che meritano rispetto e attenzione da parte dell’amministrazione”. Su questo non avevate la stessa veduta…
E su questo siamo tutti d’accordo, riguardo gli ex stipendiati del consorzio di bacino la vicenda è complessa e vi sono molti motivi per non assumerli.
È dispiaciuto per come sia finita in Asìa?
Certamente, ho lavorato con ottime persone con passione ed entusiasmo, ma sono a disposizione del movimento perché credo che a Napoli stia nascendo qualcosa di nuovo e di buono. La passione che ha animato l’elezione di Luigi De Magistris è ancora lì. La rivoluzione arancione a Napoli c’è davvero, lo dimostra il calore di migliaia di cittadini che mi hanno scritto in questi giorni”.
Qualcuno ha lamentato il suo protagonismo…
Io invece ho visto un’enorme partecipazione di tutti. Da quando ci siamo insediati, ogni settimana incontriamo le associazioni ambientaliste per fare il punto. Solo così riusciremo a cambiare il modo di pensare in questa città.
C’è qualcosa che l’ha ferita in questa vicenda? Mi ha fatto male vedere che si è addirittura polemizzato sul mio stipendio (2. 500 euro al mese ndr.), sulle note spese e sulle consulenze senza vedere i risultati dell’azienda e della città.
Ora che farà?
Io ho il processo a Torino tra una settimana. Quella sì che è una situazione grave. Spero venga seguito con la stessa attenzione dedicata a questa storia.
Il Fatto Quotidiano, 6 gennaio 2011
Cronaca
Raphael Rossi: avevo pieni poteri, ma il consiglio mi ha isolato
Raphael Rossi, da qualche giorno, non è più presidente dell’Asìa, l’azienda del Comune di Napoli che si occupa della raccolta dei rifiuti. Arrivato da Torino appena sei mesi prima per volontà del neo sindaco Luigi De Magistris, sembrava candidarsi ad essere una delle facce nuove della “rivoluzione arancione”. Il giovane dirigente, infatti, era l’uomo che all’Amiat di Torino aveva rifiutato una ricca tangente per far sì che l’azienda si dotasse di un macchinario di 4,2 milioni di euro assolutamente inutile. Lui disse “no” al dirigente che gli offriva il regalo per chiudere un occhio e denunciò. Risultato: dopo i rinvii a giudizio dello scorso febbraio (e un patteggiamento), il 12 gennaio inizia il processo a Torino. E lui sarà lì, con tutto che il Comune di Torino non si è costituito parte civile nel processo. Per questo premette: “Mi lascia perplesso che, di fronte a una tangente, nessuno, tranne Marco Travaglio, abbia avuto il coraggio di criticare il sindaco di Torino. Mentre adesso, per il solo fatto che io non sono più presidente di Asìa, si attacchi a testa bassa De Magistris. Allora non si mosse un decimo di quello che si sta muovendo ora, e c’era di mezzo una vicenda di tangenti”.
Probabilmente c’è stato un difetto di comunicazione…
È stata una comunicazione frettolosa, la notizia era filtrata e non abbiamo avuto tempo di fare un corretto passaggio di consegne.
Nessuno poi si immaginava potesse essere allontanato dopo soli sei mesi…
Sei mesi a Napoli non sono pochi. Corrispondono a tre anni a Torino. Il sindaco mi ha dato pieni poteri e con quelli abbiamo iniziato ad affrontare l’emergenza, costruendo la normalità. Crescere dal 16% di raccolta differenziata di maggio al 22 % è un risultato eccellente, così come servire con il “porta a porta” 240. 000 abitanti. Tutto questo è stato merito anche di Raffaele Del Giudice, che oggi è presidente di Asìa. Raffaele è una persona vera e lavorerà in totale continuità.
Non su tutti i temi. Il neo numero uno di Asìa non farà le barricate per evitare di assumere in azienda i 21 lavoratori dell’ex “consorzio di bacino Na 5” come ha fatto lei…
Il Consiglio comunale di Napoli ha votato all’unanimità che Asìa assorbisse queste persone, età media 53 anni. Io ritenevo che questa non fosse una soluzione utile all’azienda.
Il videsindaco di Napoli e assessore all’Ambiente Tommaso Sodano ha parlato di “vicende umane delicate che meritano rispetto e attenzione da parte dell’amministrazione”. Su questo non avevate la stessa veduta…
E su questo siamo tutti d’accordo, riguardo gli ex stipendiati del consorzio di bacino la vicenda è complessa e vi sono molti motivi per non assumerli.
È dispiaciuto per come sia finita in Asìa?
Certamente, ho lavorato con ottime persone con passione ed entusiasmo, ma sono a disposizione del movimento perché credo che a Napoli stia nascendo qualcosa di nuovo e di buono. La passione che ha animato l’elezione di Luigi De Magistris è ancora lì. La rivoluzione arancione a Napoli c’è davvero, lo dimostra il calore di migliaia di cittadini che mi hanno scritto in questi giorni”.
Qualcuno ha lamentato il suo protagonismo…
Io invece ho visto un’enorme partecipazione di tutti. Da quando ci siamo insediati, ogni settimana incontriamo le associazioni ambientaliste per fare il punto. Solo così riusciremo a cambiare il modo di pensare in questa città.
C’è qualcosa che l’ha ferita in questa vicenda? Mi ha fatto male vedere che si è addirittura polemizzato sul mio stipendio (2. 500 euro al mese ndr.), sulle note spese e sulle consulenze senza vedere i risultati dell’azienda e della città.
Ora che farà?
Io ho il processo a Torino tra una settimana. Quella sì che è una situazione grave. Spero venga seguito con la stessa attenzione dedicata a questa storia.
Il Fatto Quotidiano, 6 gennaio 2011
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Attacco Usa su larga scala contro lo Yemen controllato dagli Houthi. “È anche un avvertimento all’Iran”
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Manifestazione per l’Europa, “Siamo 50mila”. In piazza bandiere Ue, arcobaleno e “Bella ciao”. Dalla difesa comune al riarmo: le parole
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.