Secondo il sindacato dei giornalisti alcune procedure per la selezione di addetti stampa presso l'ente pubblico sono affette da "irritualità" e in alcuni casi "rafforzano la convinzione che si tratti di procedure ad hoc" per assumere "persone già selezionate per rapporti di parentela e amicizia"
Assostampa contro Regione. In Puglia è ormai costante lo scontro tra gli organi politici e amministrativi e il sindacato dei giornalisti. Secondo il quale alcune procedure per la selezione di addetti stampa o “responsabili della comunicazione” presso l’ente pubblico sarebbero affette da “irritualità” e che, in alcuni casi, addirittura “rafforzano – così si legge in una nota di Assostampa – la convinzione nell’opinione pubblica che si tratti di procedure ad hoc per riconoscere lo status di dipendente pubblico a persone già selezionate per rapporti di parentela e amicizia”. I “criteri troppo restrittivi, la scarsa trasparenza e l’utilizzo improprio del termine ‘comunicazione’ per mascherare l’attività di ufficio stampa e in questo modo aggirare il dovuto confronto con il sindacato dei giornalisti” sono, secondo Raffaele Lorusso, presidente di Assostampa Puglia, i vizi rilevabili nei bandi finiti sotto accusa.
Significativo è il caso scoppiato proprio negli ultimi giorni. Un bando pubblicato dal Commissario straordinario per l’emergenza immigrazione (struttura collegata all’assessorato alla Protezione civile, di cui è titolare Fabiano Amati), per l’assunzione di un “esperto in attività di comunicazione” con un contratto di dodici mesi. “Sono alquanto strani – spiega Lorusso – i requisiti richiesti dal bando, che è stato pubblicato per soli cinque giorni e sul solo sito della regione. Non è andato nemmeno sul bollettino ufficiale”. A vincerlo poi, è stata proprio l’addetta stampa dell’assessore Amati.
Questi però rispedisce al mittente qualsiasi sospetto. “Capisco le esigenze giornalistiche – sostiene l’assessore -, viene meglio un articolo in cui si tirano in ballo amici e parenti. Ma parliamo di un concorso avvenuto per titoli. Quando ho selezionato la mia addetta stampa non la conoscevo e l’ho fatto perché impressionato favorevolmente dal suo curriculum. E solo sulla base dei titoli ha vinto questo concorso. Lorusso ha avuto cura di ribadire che le sue esternazioni su amici e parenti erano di carattere generale e non si riferivano al caso che mi riguarda”. E sul fatto che il bando è stato pubblicato sul sito per soli cinque giorni? “Parliamo delle emergenze – prosegue Amati – e come tali hanno una tempistica a sé stante”.
L’evento è andato ad acuire le polemiche scoppiate negli scorsi mesi tra l’assessore e il numero uno di Assostampa, che già ad ottobre aveva eccepito una serie di rilievi in merito ad un bando pubblicato dalla Protezione civile regionale, al quale “avrebbero potuto partecipare due o tre persone in tutta la Puglia” e che “avrebbe escluso addirittura i direttori di testata”. Il concorso fu ritirato, ma un mese più tardi ne spuntò un altro. “In quello nuovo usarono il termine ‘comunicazione’, ma in sostanza era la stessa cosa”, sostiene Lorusso. Ancora una volta, grosse critiche da parte del sindacato. Fino ad arrivare alla vicenda degli ultimi giorni.
“C’è un problema generale – sintetizza il presidente di Assostampa – perché sanno che noi interveniamo su come confezionano i bandi e pensano bene di aggirare l’ostacolo scrivendo ‘comunicazione‘ anziché ‘addetto stampa’. Ma tanto noi diciamo la nostra anche quando ci accorgiamo che si tratta di un ufficio stampa mascherato”. “Giusta la questione posta da Assostampa – ribatte Amati – ma andrebbe affrontata a livello generale e riguarda l’applicazione del contratto collettivo. Auspico che venga risolta in breve tempo per evitare dissapori con il sindacato, ma ripeto, deve essere affrontata dalla Giunta e non dall’assessore Amati”.
Non si esauriscono qui però gli scontri tra l’associazione della stampa e gli organi regionali. Sempre più frequenti i casi in cui bandi pubblici finiscono nel mirino del sindacato. Singolare la vicenda avvenuta lo scorso novembre, quando la Consigliera di Parità Serenella Molendini pubblicò un concorso per l’ufficio stampa riservato alle sole donne. “Proprio in virtù del principio delle pari opportunità”, ironizza Lorusso, al quale Molendini rispose che si trattava “di un’azione positiva volta a colmare il gap occupazionale che vivono le donne nel Sud”, lasciando tuttavia insoddisfatta l’Assostampa.
E poi c’è stato anche il bando dell’Apulia Film Commission (la fondazione regionale di promozione cinematografica), rivolto ai soli iscritti da almeno dieci anni all’ordine. “Così facendo, si finisce per assumere i sessantenni”, ritiene sempre l’Assostampa che ha chiesto e ottenuto le modifiche (che sono in corso) volendo scongiurare di ripetere quanto successe la scorsa primavera, quando all’Università di Bari, un bando che annoverava come requisito principale la “esperienza” finì per premiare addirittura il settantottenne Egidio Pani, a scapito di una trentenne arrivata seconda in graduatoria.