Nell'edizione di ieri, la Repubblica e il Corriere della Sera avevano anticipato la bocciatura dei quesiti referendari da parte della Corte Costituzionale, spostando l'introduzione di un nuovo sistema di elezioni alla dialettica politica tra i partiti
In attesa di comprendere ciò che realmente accadrà la prossima settimana (quando la Corte dovrà esprimersi sulla validità dei quesiti), nell’edizione di ieri i due maggiori quotidiani italiani, citando fonti interne allo stesso organo costituzionale, avevano anticipato la bocciatura del referendum da parte dei giudici, che allo stesso tempo avrebbero riscontrato alcuni profili d’incostituzionalità del porcellum. Sul possibile stop al referendum, inoltre, il giornale diretto da Ezio Mauro ha reso noti anche i numeri all’interno della Consulta, con 6 giudici favorevoli, 5 contrari e 4 incerti. Partendo da questo dato di fatto, le letture dei retroscenisti di Corriere e Repubblica si indirizzavano su due aspetti diversi ma comunque paralleli. Da Via Solferino hanno puntato sulla questione politica, con la bocciatura del referendum che, pur mettendo al sicuro la stabilità dell’attuale arco parlamentare, avrebbe stimolato i partiti a trovare intese condivise per disegnare una nuova legge elettorale. In tal senso – è quanto scrive il Corriere – anche Berlusconi avrebbe aperto ad un sistema alla tedesca. La Repubblica, invece, dopo aver pubblicato le ‘cifre’ della possibile bocciatura (favorita dal timore di un vuoto normativo a quesiti approvati), ha riportato le voci anonime di alcuni componenti della Corte Costituzionale e ha preannunciato gli scenari futuri allo stop del referendum, ovvero il dibattito sull’ipotetico ritorno del mattarellum.
Ricostruzioni più o meno verosimili, ma che oggi sono state smentite dalla nota della Consulta. Se sarà bocciatura o meno, quindi, bisognerà attendere la prossima settimana. Solo allora si potrà comprendere se le ricostruzioni dei due quotidiani sono fantapolitica o indiscrezioni attendibile.