Raggiunto telefonicamente da Il Giornale, il sottosegretario si difende: "Chiesi con insistenza all’albergo, a fronte del diniego di farmi pagare, chi avesse pagato. Mi fu risposto che non era possibile dirlo per ragioni di privacy"
“Ho pagato io le vacanze di lusso di Carlo Malinconico”. Francesco De Vito Piscicelli, il costruttore che rideva dopo il terremoto in Abruzzo arrestato lo scorso marzo nell’ambito dell’inchiesta sulla “cricca”, ha deciso di collaborare con i magistrati e ha confermato di avere pagato la permanenza in un resort a cinque stelle all’attuale sottosegretario del governo Monti, già presidente della Fieg e segretario generale della Presidenza del Consiglio con Romano Prodi. I fatti risalgono al 2007 e al 2008. Il costo della suite all’hotel Pellicano, splendido complesso a Porto Ercole nell’Argentario, era di 1500 euro a notte, per un totale 9800 euro per tre soggiorni complessivi. Cifra per la quale, ha detto Piscicelli ai pm, “non sono mai stato rimborsato”.
La notizia delle vacanze a costo zero offerte dalla “cricca” viene riportata oggi da Il Giornale che riprende le dichiarazioni rilasciate dallo stesso Piscicelli pubblicate dal Fatto. “Nulla di penalmente rilevante – leggiamo sul quotidiano di via Negri – tuttavia il neo sottosegretario della presidenza del Consiglio non fa una grande figura, anche perché ha sempre sostenuto di avere pagato di tasca propria”. In ogni caso, le parole di Piscicelli sono tutte da verificare. Resta il fatto, però, che Roberto Sciò, proprietario dell’albergo in cui ha soggiornato Malinconico, davanti ai pm di Firenze il 10 maggio 2010 aveva dichiarato di avere ricevuto da lui i 9.800 euro, cifra confermata dalla fattura recuperata dai Ros. A decidere del soggiorno gratuito è stato Angelo Balducci, l’ex funzionario di Palazzo Chigi al centro dell’inchiesta sulla “cricca”, che ha invitato Piscicelli ad aprire il suo portafoglio per le vacanze all’attuale sottosegretario del governo Monti. Un anticipo che di fatto è diventato un pagamento senza rimborso. Raggiunto da Il Giornale, però, Carlo Malinconico si difende dalle accuse e racconta la sua verità: “Chiesi con insistenza all’albergo, a fronte del diniego di farmi pagare, chi avesse pagato”. Non poco, perché il conto al Pellicano sfiorava i diecimila euro: 9800 euro per la precisione. Sorpresa: “Mi fu risposto che non era possibile dirlo per ragioni di privacy”. E aggiunge di non avere “mai incontrato Piscicelli nella mia attività istituzionale” e che all’epoca della vacanza gratis “non ero più il segretario generale di Palazzo Chigi da giorni”. Anche se, puntualizza il Giornale, quei 9.800 euro sono il costo di “tre i soggiorni gratuiti di cui il sottosegretario usufruì tramite Balducci: due nel 2007 e uno il 1° maggio 2008”. E ricordiamo che Romano Prodi rimase in carica dal 17 maggio 2006 all’8 maggio 2008.
Le vacanze gentilmente offerte a Malinconico, che ha dato anche assistenza legale all’attuale ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione Filippo Patroni Griffi per ottenere la casa “scontata” con vista Colosseo, sono soltanto un tassello della vasta rete di regali, mazzette e favori voluti da Diego Anemone e Angelo Balducci. “Quelli che andavano in vacanza gratis o che ho pagato sono tutti ai loro posti, al ministero e alla presidenza del Consiglio – ha dichiarato Piscicelli al Fatto -. Io che lavoravo e pagavo per non avere rotture sono trattato come se fossi il mostro. Perché? Ora mi incazzo e racconto tutto” e ha aggiunto di avere versato “complessivamente un milione di euro in contanti ai funzionari, più tanti favori e incarichi di lavoro”.
Tutti smistati dalla cricca. “Angelo Balducci era potentissimo allora – ha raccontato l’imprenditore – Sapeva che conoscevo bene Roberto Sciò, il padrone dell’hotel Pellicano e non potevo dire di no. Gli feci solo presente che una camera al Pellicano costa 1500 euro a notte. Così anticipai i soldi e ancora oggi aspetto che Balducci me li restituisca”. Secondo l’informativa consegnata ai pm, al rientro delle vacanze Malinconico chiamò Balducci per ringraziarlo del soggiorno, visto che era andato “tutto benissimo”. E Balducci, scrive Il Giornale, rispose: “Scherzi? Tutto a posto”.