Lo ha ripetuto più volte, Mario Monti, che quella di Reggio Emilia è la sua prima uscita ufficiale. Una visita voluta, “per omaggiare il tricolore e una città che se l’è saputa mantenere quella bandiera”. Applausi istituzionali ne ha ricevuti molti, meno dal pubblico, soprattutto dai contestatori: da una parte Rifondazione e 9 centri sociali, dall’altra la Destra fianco a fianco alla Lega nord, poi quelli del Movimento 5 Stelle molto più defilati, silenziosi e con un banchetto di raccolta firme.Nessun disordine, ma fischi ce ne sono stati. Contestazioni e polemiche, visto che tra leader di partito, ma anche parlamentari, era presente soprattutto lo schieramento di centrosinistra, guidato da Pierluigi Bersani e dalla presenza, comunque significativa, di Romano Prodi che Monti ha salutato prima ancora di iniziare il suo discorso al teatro Valli.

”Bersani era l’unico leader presente a Reggio Emilia alle celebrazioni del Tricolore, alle quali ha partecipato il presidente del Consiglio, Mario Monti. Sorprende la totale assenza di esponenti del Pdl alle celebrazioni. Il Partito Democratico si conferma la vera forza politica che può contribuire a far uscire il Paese dall’emergenza e preparare la ricostruzione”, ha detto Davide Zoggia, responsabile Enti Locali del Pd.

Primo a salire sul palco del teatro di Reggio Emilia è stato il padrone di Casa, Graziano Delrio, che è anche presidente dell’Anci: “Dei sindaci, signor presidente, si puo’ fidare. Non solo perche’ hanno fatto la loro parte mentre altri sono stati delle inguaribili cicale nella spesa, ma anche perche’ ascoltiamo tutti i giorni le speranze, le angosce e le aspirazioni dei nostri cittadini”.

Poco dopo Delrio, la presidente della provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini, ha chiesto al premier di fare dietrofront sulla decisione di far diventare le province enti di secondo livello: “Le province non si possono abolire – ha detto rivolgendosi anche lei a Monti – perche’ non sono una semplice sommatoria di comuni ma sono un luogo costruito dalla storia”.

Quasi un’arringa, quella di Masini, che però, quando ha parlato di questi temi, non ha riscosso molti applausi. Quasi niente.

Poi è stata la volta di Monti. Niente accenni a chi lo ha contestato. Ma un discorso politico, sull’Europa e sulla politica. ”Nessun Paese europeo è talmente forte da pensare di andare avanti da solo ad affrontare l’economia globale”, ha detto Monti. “L’Italia con la manovra approvata il 23 dicembre ha fatto la sua parte ma per fronteggiare la crisi occorre che “tutti i componenti” dell’Unione europa facciano altrettanto. Noi continueremo a fare la nostra parte.Non si può immaginare che l’Europa rinunci a crescere. Non è problema di Nord o Sud. Nessun paese è tanto forte da andare avanti solo, ma ciascuno ha bisogno di attuare politiche comuni e coordinare la crescita”, sottolinea Monti.

Sul tema delle tasse Monti ha strappato l’applauso più caloroso dalla platea. “Non ci possono essere ancora chi sfugge al fisco e lo fa a scapito dei lavoratori, non è più ammissibile. Io vigilo e vigilerò. Ma alla Finanza e all’Agenzia delle entrate voglio dire il mio grazie perché lavorano ogni giorno per contrastare l’evasione fiscale. Alcuni italiani metteno le loro mani nelle tasche di altri italiani e si chiamano evasori. E ancora, alcuni italiani mettono le loro mani nelle tasche di altri estorcendo privilegi a seguito di privilegi pubblici. In questa fase il mio invito è tenere le mani apposto”.

Poi è stata la volta delle liberalizzazzioni, che, assicura Monti, verrà attuata, e la corruzione “sulla quale il governo provvederà con provvedimenti attuativi e legislativi. Nei prossimi mesi il governo metterà in atto una scossa e una accelerazione potente alla lotta contro la corruzione che frena gli investimenti. Il governo opererà con provvedimenti legislativi e amministrativi nella lotta alla corruzione. Vanno ottenuti risultati immediati”.

Per poi concludere: ”Ogni anno in aprile tutti gli Stati europei sono tenuti a presentare il programma delle riforme – prosegue – quest’anno il governo intende farne un documento centrale proprio perchè il nostro è un governo a termine”. “Ci sentiamo in dovere di usare il dialogo con le forze sociali e produttive per stimolare la presa di coscienza comune ed una condivisione, dopo che si è discusso a fondo, su dove andrà l’Italia nel 2020”, conclude.

il video è di Giulia Zaccariello

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