Le prime iniziative del Governo Monti, fatta eccezione per la "deregulation" degli esercizi commerciali già in essere, dovrebbero essere introdotte attraverso il veicolo del decreto. Un timing ancora in corso di valutazione e che, ovviamente, potrebbe riguardare solo i provvedimenti meno complessi
Accelerare sulle liberalizzazioni e sulla concorrenza. Sulla cosiddetta ‘fase 2’. Sembra questa l’intenzione del Governo che, pur continuando a guardare al Consiglio dei Ministri del prossimo 20 gennaio, sembra voler giocare d’anticipo cercando di varare le prime liberalizzazioni in settimana, affiancando loro anche un primo “pacchetto-concorrenza”. Le prime liberalizzazioni del Governo Monti, fatta eccezione per la “deregulation” degli esercizi commerciali già in essere, dovrebbero essere introdotte attraverso il veicolo del decreto. Un timing ancora in corso di valutazione e che, ovviamente, potrebbe riguardare solo i provvedimenti meno complessi. Dalle pagine del Corriere della Sera, del resto, il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, è stato chiaro: “Abbiamo un piano per la crescita – ha detto – Per liberalizzare e favorire i consumatori. Per sostenere le imprese”. Un piano che prevede, in chiave liberalizzazioni e crescita anche “più di un intervento al mese”, che mirino ad “apertura dei mercati, lotta ai blocchi e alle rendite di posizione, aumento della concorrenza”. Misure che spazieranno “in ogni campo: gas, energia, commercio, trasporti, professioni”. Ma anche a “patrimonio di immobili, crediti, concessioni ancora da valorizzare”, alle “municipalizzate, al trasporto pubblico locale”.
Ecco quali potrebbero essere i settori su cui operare i primi interventi.
CARBURANTI. Si tratta, secondo molte indiscrezioni, del comparto che verrà aggredito per primo, anche perchè la riforma è sul tavolo del ministero dello Sviluppo da anni. Nei giorni scorsi il dossier è stato seguito dal sottosegretario Claudio De Vincenti che ha visto alcune associazioni, e altri incontri potrebbero essere in agenda a breve fino a una riunione complessiva con tutti gli attori coinvolti. Sul tavolo, in particolare, l’eliminazione dell’esclusiva, che però sembra non convincere nessuno, né i gestori e nemmeno i petrolieri.
SERVIZI PUBBLICI LOCALI. L’Antitrust ha invitato a liberalizzare e privatizzare, sottolineando in particolare la necessità di prevedere l’obbligo per gli enti locali di verificare la possibilità di una gestione concorrenziale con procedure aperte di manifestazione di interesse degli operatori.
FARMACIE. L’apertura delle parafarmacie fu uno degli elementi più forti delle lenzuolate Bersani: adesso l’Antitrust chiede di andare oltre, con la liberalizzazione della fascia C e l’aumento del numero delle farmacie. Andrebbe inoltre ampliata la possibilità della multi-titolarità in capo a un unico titolare, aumentando il numero massimo da 4 a 8.
TAXI. Pitruzzella suggerisce di aprire il mercato procedendo con licenze ‘compensativè, dando la possibilità agli attuali titolari delle licenze di vedersene assegnata un’altra gratuitamente: ma i tassisti promettono battaglia.
BANCHE E ASSICURAZIONI. La richiesta dell’Autorità di vietare la vendita di polizze abbinate ai mutui potrebbe essere subito soddisfatta.
ENERGIA E TRASPORTI. Qui l’intervento dovrebbe essere più strutturale e, quindi, rinviato a un secondo momento, in particolare per l’eventuale separazione della Snam dall’Eni. Ma, assicurano fonti vicine al dossier, l’intenzione è quella di andare oltre l’integrazione verticale. Di fare, insomma, un passo in più.
SERVIZI POSTALI: l’Antitrust vorrebbe scorporare il Banco Posta e delimitare il perimetro del servizio universale limitandolo esclusivamente a servizi ‘veramentè essenziali. Chiede inoltre che sia ridotta la durata dell’affidamento del servizio a Poste (ora a 15 anni).