Bei tempi, per il Pdl, quelli in cui la lotta all’evasione fiscale la faceva Tremonti. A cui il Cavaliere imponeva di non rompere le scatole al corpaccione molle dell’elettorato pidiellino, quello dello struscio in via Roma a Cortina a Capodanno, ma anche del Billionaire o della grigliata mista alla “Caravella” in costiera amalfitana, o del barcone off shore di stanza, però, a Portofino.

Oggi è un’altra musica, Attilio Befera sta facendo il muso duro dalla poltrona più alta di Equitalia e il Pdl, quando si parla di lotta all’evasione, ora digrigna i denti e blinda il proprio territorio elettorale che affonda le gambe nella ricchezza (e molto anche nell’evasione). Le anime berlusconiane sono dilaniate tra il dire che “bisogna battere l’evasione” e il “però fatelo da un’altra parte”. “Ma lo sapete – mugugnava ieri famelico l’ex sottosegretario Guido Crosetto che dopo il blitz di Cortina i sondaggi ci danno in calo di altri due punti? Tutta la politica della lotta all’evasione va rivista…”.

La crociata del Pdl contro il fisco durerà un bel po’. Ne vogliono fare una bandiera elettorale “dalla parte dei tartassati di Equitalia”. Il paladino c’è già. È Giorgio Stracquadanio, berlusconiano non nuovo a posizioni intransigenti. Soprattutto contro l’ex ministro dell’Economia, ancora più “odiato” perché in odore di essere in procinto di passare alla Lega. Stracquadanio, durante Piazzapulita di giovedì scorso, ha ammesso “che il governo Berlusconi ha sbagliato tutto” quando ha dato maggiori poteri a Equitalia, e che il blitz di Cortina (a cui se ne stanno aggiungendo altri in diverse località vip) altro non era che un’operazione di facciata, “puramente propagandistica”.

Persino Fabrizio Cicchitto, un tempo pasionario “impalatore” degli evasori, l’altro giorno ha menato durissimo in testa a Befera bollandolo come uno con una smania di protagonismo tale da arrivare a comportarsi “come un leader politico ad alta intensità mediatica”. Fino a chiedersi, velenoso: “Ma come mai prima Befera stava zitto e ora si sbilancia in tv contro Berlusconi?”.

È riemerso persino Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, a dare addosso a Tremonti, “che ha concesso a Equitalia poteri debordanti”, fino a Nunzia De Girolamo, che si è chiesta come mai “Befera sta ancora lì, a fare il controllore alle Entrate e il controllato a Equitalia”. Già, ma non era lo stesso anche sotto Berlusconi? Ora, però è guerra a Befera, che Monti non ha alcuna intenzione di rimuovere da dove sta. Ecco che ieri qualche prudente voce pidiellina è uscita dal coro, perché in fondo non si sa mai. Maurizio Gasparri, per esempio: “La lotta all’evasione? Va condotta a 360 gradi, ma con equilibrio”. E, ancora, La Russa: “Va bene colpire chi non paga le tasse, ma è meglio lasciare perdere gli interventi show” oppure, più semplicemente, “andiamoci piano con una lotta che sembra alla ricchezza” (Osvaldo Napoli).

Però, nessuna richiesta di dimissioni, come invece si era azzardata a chiedere Daniela Garnero Santanchè, avvelenata dopo il blitz di Cortina: ”Cosa ha ottenuto Befera? Che tutti ora andranno a Sankt Moritz! Il direttore delle Entrate non ha danneggiato gli evasori ma un’intera cittadina; Befera deve dimettersi. Da Cortina a Capri, a Napoli, Roma e Milano, gli evasori stanno ovunque!”. Ecco, a proposito della Santanchè. La signora, lasciata Cortina, ha fatto rotta con il suo suv verso Courmayeur e lo ha parcheggiato sulla strada regionale, in divieto di sosta. E siccome lì ci stanno attenti, le hanno fatto 50 euro di multa (sostiene che l’auto non è intestata a lei e non era alla guida). Per carità, pochi spiccioli per lei. Ma come ha lasciato la macchina è un gesto che vale più di tante parole.

Il Fatto Quotidiano, 8 gennaio 2012

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