“Sapevo che sarebbero state vendute al prezzo delle ‘patate’ quelle case. Ecco perché avevo pensato di escluderle dalla cartolarizzazione”. Maria Teresa Armosino, presidente della provincia di Asti e deputato Pdl, oggi catalogata tra i malpancisti del partito di Berlusconi, nel 2005 è stata sottosegretario all’Economia. Fu lei, grazie a un decreto ad hoc, a escludere nel 2005 dalla vendita di Stato i due grandi immobili al Colle Oppio di Roma che avevano tra gli inquilini anche l’attuale ministro della Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi. Lo stesso che ha spuntato, come inquilino di un immobile Inps, 109 mq nel 2008 a via del Monte Oppio al prezzo di 177 mi-la euro. Un “bell’acchiappo”, direbbero gli agenti immobiliari romani.
Onorevole, perché decise di escludere dalla vendita i due palazzi di fronte al Colosseo di via Nicola Salvi e via del Monte Oppio?
Perché mi arrivò un fascicolo sul mio tavolo che segnalava la pratica con caratteristiche anomale. Andai di persona a vedere dove si trovassero gli immobili, capii che non potevano non rientrare tra gli immobili di pregio. Ma avete mai visto dove si trovano? Sul Belvedere Cederna, un posto che tutto il mondo ci invidia, un luogo aulico. E non volevo fossi io a mettere la firma su quel provvedimento di vendita.
Sa che c’è chi ha pagato una casa a meno di 180 mila euro?
Certo, sapevo che sarebbero state vendute sottocosto, apposta provai a risolvere la questione con un atto normativo.
Sì, ma ci sono delle perizie che dicono che gli immobili erano fatiscenti, da immobili di pregio furono catalogati come ‘edilizia economica popolare’ e situati in un’area sismica…
E infatti appena inseriti nel decreto per escluderli dalla vendita, dissi anche: “Sarebbe opportuno allora sgomberare tutti gli inquilini e così tutto il Colosseo”, era ovviamente una provocazione…
Ne parlò anche a Tremonti, allora ministro dell’Economia…
Sì lui stesso si scandalizzò, mi disse che dovevo andare avanti e che lui mi avrebbe appoggiato.
Sapeva che vi erano inquilini importanti in quegli stabili?
Certo, oltre a Patroni Griffi anche il mio collega di partito Giuliano Cazzola.
In Parlamento si commentava il caso?
C’erano state delle interrogazioni e anche alcuni miei colleghi di partito mi dicevano: “Ma che t’importa, lascia stare quei palazzi”.
A un certo punto è arrivata la sentenza della Corte Costituzionale che, sostanzialmente, annullava il suo decreto…
E uno di questi inquilini, diciamo ‘ importanti’, mi sbeffeggiò dicendomi: “Hai visto che alla fine hai perso la tua battaglia?”.
Da Il Fatto Quotidiano dell’8 gennaio 2012