Sei detenuti, da poco trasferiti dal carcere di Bologna a quello di Parma, hanno messo in atto un gesto di protesta, tagliandosi con le lamette in dotazione. L’episodio è avvenuto ieri e lo denuncia il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria.
I sei detenuti erano stati trasferiti da Bologna, insieme ad altri sei reclusi, perché avevano deciso di ferirsi nel giorno di Natale, come forma di protesta per la condizione carceraria. Il piano era stato scoperto a Bologna, dove era scattata l’allerta, al punto da sensibilizzare il Dipartimento a Roma. Inoltre, furono inviati a Bologna gli agenti del Gom (gruppo operativo mobile) e fu allertata la struttura ospedaliera esterna, pronta ad intervenire con unità mobili, considerato che sarebbe stato impossibile trasferire tanti detenuti fuori dal carcere. I vertici dell’istituto bolognese, però, riuscirono a convincere i detenuti a desistere dall’iniziativa. Sono stati poi trasferiti a Parma, dove però hanno messo in atto il proposito autolesionistico ideato a Bologna.
“Forse – ha commentato Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe – sarebbe stato più saggio ed opportuno non trasferire tutti i detenuti a Parma, ma separarli. L’episodio ha costretto la polizia penitenziaria di Parma a un superlavoro, considerato che i detenuti hanno dovuto far ricorso alle cure mediche ed essere trasferiti nell’ospedale cittadino. Quest’ulteriore, grave episodio testimonia la crisi del sistema penitenziario e l’ingovernabilità delle carceri, dove, ormai, tutti gli operatori sono in balia degli eventi critici (autolesionismo, suicidi, tentativi di suicidi, aggressioni e danneggiamenti a beni dell’Amministrazione) che superano i 200 al giorno, nelle 206 carceri italiane. Auspichiamo che i provvedimenti messi in campo dal ministro Severino non subiscano battute d’arresto, compreso il disegno di legge sulla messa in prova, un istituto che ha dato buoni risultati con i minori e che potrebbe contribuire a deflazionare le carceri. L’Emilia Romagna si conferma una delle regioni con il maggior sovraffollamento, i detenuti in più rispetto ai posti previsti sono circa 2000, e la maggiore carenza di organico, mancano 650 unità tra agenti, sovrintendenti e ispettori. Solo a Parma ne mancano 170”.