“Ma perché si ostina tanto? Io non tolgo niente a nessuno”. Sabrina Sansonetti s’innervosisce quando le chiedono perché non ha rinunciato alla sua carica in vista delle primarie del centrosinistra leccese per scegliere il candidato sindaco delle amministrative di primavera. E’ l’ultima arrivata, la sua candidatura alle consultazioni del 22 gennaio è stata ufficializzata solo il 30 dicembre, in netto ritardo. Lei è l’espressione dell’Italia dei Valori. Ma lei è anche la presidente del cda di Innovapuglia, l’agenzia regionale che si occupa di informatica e telematica. Nomina di fiducia, da parte del governatore Nichi Vendola, nel gennaio dello scorso anno. “Forse, dopo, se sarò la candidata ufficiale, potrei pure pensare di rinunciare al mio incarico”. Sì, ma adesso, sulla partita in gioco, quanto pesa il ruolo che ricopre? “Se usassi il potere che ho per accaparrare consenso non sarebbe corretto. Non lo eserciterò per accalappiare voti”.
Insomma, le consultazioni che la coalizione rossa si prepara ad affrontare nella città per antonomasia più azzurra di Puglia si giocano sul filo del voto, che potrebbe essere viziato, tuttavia, dall’ingombrante stazza istituzionale di due concorrenti su tre. Carlo Salvemini, l’unico a non averla, non sembra curarsene. E’ il nome dell’associazione Lecce 2.012 e ha incassato il sostegno della Federazione della Sinistra, la Puglia per Vendola e Sel.
“Però Nichi si mantiene neutrale, ha anche più volte ribadito che è con il mio contributo che possiamo vincere le elezioni”. A dirlo è la sua vice, Loredana Capone, che a novembre ha sciolto le riserve e ha deciso di “mettersi a servizio del Partito”, quello democratico s’intende. E’ lei l’altra aspirante a proporsi all’elettorato del centrosinistra leccese. Quando risponde alle domande del fattoquotidiano.it, è reduce da una conferenza stampa ‘culturale’ sulla “Focara di Novoli”: si sa, con la campagna elettorale nel vivo è doveroso essere onnipresenti. E la Capone, per adesso, è una e trina. E’ la candidata alle primarie, è la vicepresidente della Regione Puglia, è consigliera provinciale a Palazzo dei Celestini. Come fa a fare tutto? “Se vincerò le primarie, rassegnerò le dimissioni dal Consiglio provinciale”. E quelle da vicepresidente? “Oh, no. Solo se dovessi essere eletta sindaco. Nel frattempo, mantenendo questa carica, posso aiutare i miei concittadini lavorando su altri fronti. Loro mi hanno già eletto, per questo ho quel ruolo in Regione”. Ecco, appunto. La hanno votata per fare, full time, gli interessi di Lecce a Bari. Impegno faticoso, da cui sarà costretta a sottrarre fin troppo tempo con la competizione elettorale. “Nessuno mi ha chiesto di rinunciare al mio ruolo, anzi – risponde lei – è stato il contrario. Poi alla fine i leccesi decideranno se mi vorranno primo cittadino o vicepresidente”. In ogni caso, dunque, sarà vittoria. Con buona pace, però, almeno per questi mesi, di uno degli assessorati più delicati e nevralgici della Regione: quello allo Sviluppo Economico, passato nelle mani della Capone dopo che lo scandalo escort e Tarantini l’ha reso orfano di Sandro Frisullo.
Non c’è un problema di incompatibilità giuridica, sia chiaro. C’è però quello dell’opportunità politica, specie in una città in cui la campagna elettorale si preannuncia lunga, lunghissima e che con tutta probabilità potrebbe decidersi al ballottaggio. E ai candidati spetterà poi il corteggiamento all’Udc. Lo scudocrociato ha dichiarato di volersi presentare da solo al primo turno, assieme a Fli e a Io Sud di Adriana Poli Bortone, di cui però ha rifiutato la candidatura. Si prendono le distanze dalla senatrice, ex delfino di Gianfranco Fini ai tempi di An, poiché sulla sua immagine, per il momento, si sono addensate le nuvole. Pur non essendo coinvolta direttamente, l’inchiesta giudiziaria sulla questione filobus e le presunte tangenti hanno travolto uomini del suo entourage, primo fra tutti il consulente giuridico Massimo Buonerba, nominato con suo atto monocratico quando lei era primo cittadino.
Eppure la Poli esercita ancora un certo fascino sui leccesi. E se, alla fine, sceglierà di non gareggiare in prima persona, comunque potrebbe condizionare lo scacchiere politico del centrodestra. Il Pdl punta sull’attuale sindaco fittiano Paolo Perrone, fino a cinque anni fa braccio destro della senatrice, con la quale ora, però, è in corso una guerra fratricida. Se spunterà l’ennesima incognita, quella delle primarie azzurre tra Perrone e Paolo Pagliaro, espressione del Movimento Regione Salento, allora sì, la Poli Bortone potrebbe anche prendersi una rivincita e sostenere quest’ultimo, facendo al primo un autentico scacco matto.
di Tiziana Colluto