Assistiamo sulla stampa cittadina ad un dibattito che lascia perplessi: si parla di conferire ad Anna Maria Cancellieri, già Commissario prefettizio al Comune di Bologna, la cittadinanza onoraria della città, per presunti meriti acquisiti durante l’incarico… avuto per caso…
La storia è nota. Un sindaco inguaiato dall’amante commette «piccoli peccati» (così li definì Giorgio Bocca in una intervista al vicedirettore de “La Stampa” Gramellini, distinguendoli dalle «coglionerie” di Massimo D’Alema, «piccolo gerarca” che ha fatto «sempre le mosse sbagliate”). Il sindaco del Pd si dimette quasi subito: solo dopo che Di Pietro viene in città (spontaneamente?) per chiederne la testa.
Il caso (?) dispone. Arriva la nostra candidata, prefetta dai tratti robusti: Anna Maria Cancellieri. Si dice nominata per condurre in tempi brevissimi Bologna al voto, ma così non sarà: la città umiliata si lascia governare docilmente, diventando prigioniera di un commissariamento lungo 16 mesi. Con il senatore pidiellino Filippo Berselli impegnato nel ruolo, in questa prima fase, di grande timoniere delle scelte politiche nazionali…
Nei lunghi mesi di carica non tutto fila liscio. Stupisce da subito il suo piglio robusto: per lei l’8 marzo (Festa della Donna) non sembra avere particolare significato…
Appena giunta in città si prende i rimbrotti del vicepresidente del Consiglio comunale uscente, Foschini, e del presidente del Consiglio provinciale di allora, Merola, per non aver inviato le corone di alloro del Comune alla cerimonia di Caserme Rosse e per essersi scordata di andare a Zola Predosa, al ricordo del fattorino Massimiliano Valenti, giovane vittima della banda della Uno bianca. Cancellieri si difese così: “Se ho sbagliato chiedo scusa”. Ma il caso non resterà isolato.
Non passa una settimana. Per “aiutare” anziani ospiti e relative famiglie decide che il centro diurno comunale Pizzoli deve chiudere al sabato. Gli utenti protestano, lei si fa fotografare sul Carlino con il consigliere regionale Pdl Galeazzo Bignami. Piccoli peccati?
Qualche giorno prima del 25 aprile 2010 Cancellieri riceve piccati commenti e rimbrotti da tutti i sindacati dell’Azienda Trasporti pubblici del Comune perché, invitata ad una loro commemorazione dei caduti partigiani, afferma improvvidamente di non aver ricevuto alcun invito. Sempre i sindacati, stavolta confederali, e gran parte dei cittadini lamentano la sua decisione di aumentare le tariffe dei mezzi pubblici.
Novembre 2010: alla vigilia della ricorrenza della storica battaglia della Bolognina – nonostante tre lettere pervenute agli organizzatori dalle tre massime cariche dello Stato: Quirinale, presidenza del Senato e della Camera – l’Amministrazione comunale guidata da Cancellieri non invia le corone di alloro, costringendo gli organizzatori ad una colletta per onorare degnamente i Caduti. Piccoli peccati?
Sempre nell’autunno 2010 arriva il proverbiale oscuramento della città. All’imbrunire Bologna piomba nel buio! Per risparmiare si crea un buio pesto per le strade e per i parchi cittadini. Alla faccia della sicurezza dei cittadini. Allora l’inconsapevole futuro ministro dell’Interno spense la luce. Ora invece, intervistata da Repubblica dopo la carneficina di Roma, lancia l’allarme criminalità (“dalla criminalità organizzata a quella di strada”)…
Il segretario cittadino del Partito Democratico, Raffaele Donini, non è stato tenero: “Quando non eravamo d’accordo con le sue scelte lo abbiamo detto chiaramente. E tornati al governo (della città) abbiamo cambiato le cose, come per la tassa sulle materne e per lo spegnimento di Sirio a Natale. Il fatto di non essere stati acritici non significa non averne apprezzato l’impegno”.
Verissimo: a Cancellieri l’impegno non è mancato. Anzi, all’inizio manco i matrimoni volevano far celebrare al povero Maurizio Cevenini. Poi hanno capito: senza il Cev a Bologna di matrimoni civili se ne sarebbero celebrati pochissimi…
Citare il Cev ricorda il Bologna Football Club. Involontariamente comica la scelta della Commissaria di consegnare il “Nettuno d’Oro” al bomber Marco Di Vaio che, implicato in una triste vicenda di pass per disabili, non ritira il premio. Molto più azzeccata e condivisibile la scelta, successiva, di consegnare il premio a Giancarla Codrignani.
Non sarà mica per compensare Cancellieri del dispiacere subito con Di Vaio che ora il Sindaco Virginio Merola vuole dare la cittadinanza onoraria di Bologna alla Commissaria-per-caso?
Nel TG3 regionale dell’Epifania abbiamo udito l’accorato intervento del nuovamente iperattivo senatore Berselli che, dopo aver sponsorizzato – invano – la candidatura a Sindaco della Commissaria-per-caso(?), oggi preme per darle la cittadinanza onoraria. Anche Berselli, a modo suo, è un “piccolo peccatore”. Per anni, in coro col defunto Francesco Cossiga e il parlamentare finiano Enzo Raisi, presidente del gruppo consiliare Fli alla Provincia di Bologna, ha chiesto – sempre invano – di eliminare la parola “fascista” dalla lapide che ricorda la strage alla stazione…
Ebbene. Forse l’attuale Sindaco, date le premesse, farebbe bene a soprassedere… Di cittadine da onorare – senza poltrona e senza sponsor – a Bologna ce ne sono altre. Soccia se ce ne sono!