E ora sotto con l’inceneritore. Il commissario Mario Ciclosi, ormai un vulcano inarrestabile, ha disposto l’istituzione di una commissione d’indagine interna sulla procedura edilizia del Pai, il Polo ambientale integrato che comprende il termovalorizzatore e che Iren sta costruendo a Ugozzolo tra ricorsi giudiziari, mobilitazioni popolari, contestazioni. Obiettivo: verificare “eventuali profili di non conformità dell’attività tecnico-amministrativa svolta dal Comune di Parma – come si legge in un’apposita delibera – relativamente al Polo Ambientale Integrato di Parma, ai principi di rispetto delle norme e della legittimità”. Non conformità. Comune di Parma. Parole che sono macigni e che adombrano – in pratica – il sospetto di un abuso edilizio sulle procedure di avvio del cantiere, tesi già sostenta dall’ex sindaco Pietro Vignali (come dal comitato no-termo Gcr) e sulla quale è attesa a giorni – o forse ad ore – una sentenza del Tar di Parma.
La novità però è sostanziale. La Giunta civico-berlusconiana nei mesi scorsi s’era ben guardata dall’attribuirsi responsabilità in merito. Anzi. Era stata la Provincia di Parma a sentirsi tirata in ballo come responsabile dell’approvazione nel 2008 della Via: la Valutazione di impatto ambientale. Al punto che l’ente guidato da Vincenzo Bernazzoli aveva deciso di ricorrere al Tar con Iren per chiedere la ripresa dei lavori, dopo che per due volte Vignali aveva posto i sigilli al cantiere di Ugozzolo (sigilli poi rimossi in via sospensiva proprio dal tribunale amministrativo).
Dunque ecco di nuovo “Ciclone-Ciclosi”, come è stato definito il commissario straordinario di Parma. Con il decisionismo suo tipico, anche il sostituto sindaco vuol capire bene come stanno le cose a Ugozzolo. La commissione ispettiva in particolare dovrà “valutare l’adeguatezza dell’attività svolta da Iren” nella progettazione del Paip e “comprendere in quale modo tale progettazione sia stata valutata nella fase di autorizzazione e attuata nella fase direalizzazione”, oltre che capire come muoversi subito dopo la decisione che “il Tar Emilia-Romagna, Sezione di Parma, assumerà in relazione al ricorso attualmente pendente”.
Una vicenda che nei mesi scorsi aveva assunto le sfumature del paradosso, con il Comune ormai sedotto dalle sirene del comitato anti-inceneritore e decisissimo ad andare allo scontro con Iren: con una società cioè controllata dallo stesso Municipio e, oltretutto, su un progetto condiviso dall’Amministrazione Vignali. La schizofrenia originaria, comunque, pare ora risolta dalla mossa di Ciclosi che colloca anche il Comune sul banco degli esaminandi. Della commissione faranno parte tre dei collaboratori più stretti di Ciclosi, nominati ispettori: il vicario Michele Formiglio e i sub commissari Virginia Figliossi e Sergio Pomponio. L’attività del gruppo, stabilisce la delibera, avrà una durata di 30giorni. Dunque un superlavoro per i tre funzionari, che proveranno a tracciare una via parallela e autonoma rispetto a quella della magistratura amministrativa.
La mossa alimenterà senz’altro le polemiche politiche, visto che i membri dell’ex Giunta sono attivissimi in questi giorni nel criticare Ciclosi attraverso comunicati stampa e interviste: “Il Commissario non tiri la volata al centrosinistra” ammonisce dalle colonne della Gazzetta di Parma Massimo Moine, ex Msi e braccio destro del sovrano del Pdl localeLuigi Giuseppe Villani: quest’ultimo, a sua volta, vicepresidente Iren oltre che nume tutelare a suo tempo di Pietro Vignali.