La comunità cinese chiede “più sicurezza” alle autorità italiane. E’ un mondo al contrario, rispetto agli stereotipi correnti sull’immigrazione, quello che emerge dalle manifestazioni organizzate in diverse città per commemorare l’assassinio di Zhou Zeng e di sual figlia Joy, di soli 9 mesi, avvenuto a Roma il 4 gennaio. Per il delitto la Procura della capitale ha emesso provvedimenti di fermo contro due maghrebini.
Proprio a Roma si è svolto il corteo più partecipato: “Siamo oltre 10 mila”, ha affermato Lucia Hui King, imprenditrice di successo e portavoce della comunità romana. Al grido di “più sicurezza e meno violenza”, il corteo è partito dal quartiere Pigneto per dirigersi a Tor Pignattara, a pochi passi dal luogo del delitto. “Abbiamo chiesto a tutti di sfilare in modo pacifico e se possibile senza slogan. Ma la gente – spiega ancora Lucia Hui King – è ormai esasperata. Ci sono persone che hanno subito sei o sette rapine e scippi”. Un breve tratto del percorso del corteo è stato compiuto anche da Rita Pozzato, madre di Vanessa Russo, la ragazza uccisa con un colpo d’ombrello durante una lite da una giovane romena nel 2007.
video di Tommaso Rodano
Qualche centinaio di persone ha assistito alla commemorazione di Milano, organizzata in piazza Gramsci, ai margini del quartiere Sarpi, la cosidetta “Chinatown” del capoluogo lombardo. Ci sono i proprietari dei ristoranti e dei negozi di abbigliamento, i dirigenti delle tante associazioni imprenditoriali cinesi in città, molti ragazzi di seconda generazione. Tra musica funebre e fiaccole accese, i rappresentanti dei commercianti cinesi si sono rivolti, anche loro, “alle autorità italiane perché combattano di più la criminalità”. Tra la piccola folla radunata in piazza, molti raccontano di aggressioni e rapine subite, anche perché “i delinquenti sanno che noi lavoriamo molto con il denaro contante”.
Il console cinese a Milano, Liang Hui, ha affermato di essere “molto triste” per la tragedia di Roma e ha esortato le forze di polizia a “fare tutto il possibile nelle indagini”. E ha sottolineato che questa volta “non siamo di fronte a un caso che si ritorce contro la comunità cinese”. Il riferimento velato è a episodi come la rivolta di via Sarpi del 2007 e ai rapporti spesso tesi tra italiani e cinesi nel quartiere.
Alla manifestazione milanese sono intervenuti diversi esponenti politici, dal presidente della Provincia Guido Podestà agli assessori comunali Stefano Boeri e Pierfrancesco Majorino. Nel dietro le quinte di una cerimonia sobria e raccolta, Angelo Ou, leader storico della comunità cinese di Milano, fa notare però che i politici intervenuti sul palco “in passato non ci hanno espresso la stessa vicinanza”. Ruggini che il presidente Podestà ha liquidato come “pochissimi episodi di distonia”.
video di Franz Baraggino
L’ambasciatore cinese in Italia, Ding Wei, è invece andato a Prato, la città con il maggior numero di residenti cinesi rispetto agli italiani: “I criminali hanno calpestato la dignità umana”, ha affermato. “Siamo sgomenti e scioccati”. Anche lui ha espresso gratitudine “all’Italia e alle sue istituzioni che svolgono le indagini per trovare gli assassini”.